Da quando ho iniziato a muovere i primi passi e a sperimentare varie tipologie di forno per la pizza fatta in casa sono passati quasi cinque anni, durante i quali ho visto arrivare sul mercato tante alternative per quella che è la modalità di cottura tra le mura domestiche. Prepararsi da soli la propria napoletana o la propria teglia è diventata nel frattempo un’attività sempre più gettonata anche tra chi non avrebbe mai immaginato di arrivare a mettere le mani in pasta, con la complicità del biennio di pandemia.
Costretti a rivedere gran parte delle proprie abitudini, in tanti hanno infatti deciso di portare avanti in modo diverso la propria passione per la pizza (ed infatti abbiamo lanciato lievitamente – il festival della pizza fatta in casa.), arrivando prima o poi a porsi qualche domanda sulle modalità di cottura.
Andiamo dunque a vedere quali sono le possibilità offerte dai vari forni per la pizza in commercio, a quali budget rispondono e cosa possiamo essere in grado di realizzare con ognuna di esse.
Forno “di casa”
La prima alternativa è quella presente in tutte quanti le abitazioni, ovvero il normale forno domestico elettrico ad incasso. Dalla sua ha il gran vantaggio di non comportare costi aggiuntivi e di essere immediatamente disponibile visto che in (quasi) ogni cucina ce n’è uno, e permette di ottenere ottimi risultati con la pizza in teglia. Se il vostro obiettivo è invece quello di realizzare una pizza tipo napoletana, i duecentocinquanta gradi raggiunti in genere da questa tipologia di forno sono troppo pochi per potere ottenere un qualcosa che sia anche lontanamente paragonabile a quello che mangiate in pizzeria.
Esiste ovviamente il metodo padella più grill, con il quale è possibile raggiungere buoni risultati come testimoniano anche i numerosi video presenti su YouTube. Resta però un metodo valido solo per capire se la pizza tipo napoletana può essere nelle vostre “corde” senza sostenere spese aggiuntive, al quale ricorrere solo in via temporanea. Anche per evitare di danneggiare a lungo andare il forno domestico con un uso per il quale esso non è stato concepito.
Sempre per il forno di casa ricordiamo che sono in vendita pietre refrattarie, presentate da chi le vende anche per realizzare pizze. Il mio punto di partenza è stato proprio quello di acquistare una di queste pietre, che però consiglierei più che altro a chi intende fare il pane nel forno di casa. Per le pizze simil-napoletane meglio guardare ad altro.
Fornetto tondo
Il classico fornetto tondo di colore rosso. Qui le possibilità sono due: o vi viene regalato da chi sa della vostra passione per la pizza fatta in casa, oppure lo comprate voi stessi per provare qualcosa di diverso dal forno domestico. Nella loro versione in commercio questi fornetti permettono di accorciare un po’ i tempi di cottura rispetto al forno normale, senza dovere mettere in funzione quest’ultimo, presentando una camera di cottura più adatta alla realizzazione di una pizza simil-napoletana. Il vantaggio è rappresentato senza dubbio dal prezzo, visto che a meno di 100 euro è possibile comprarne uno.
Il numero di minuti richiesti per cuocere a dovere una pizza resta tuttavia elevato per chi ha l’obiettivo di raggiungere risultati simili a quelli delle pizzerie ed è per questo che in giro per Internet si trovano idee di vario tipo per il modding, la personalizzazione. Termostati starati, pietre di cottura alternative e resistenze con maggiore potenza sono ormai diventati parte del linguaggio comune per chi vuole spingere il proprio fornetto verso vette più alte, arrivando a raggiungere ottimi risultati con la combinazione dei vari tipi di modding.
Anche con un fornetto moddato in tutti gli aspetti possibili, il problema principale resta tuttavia il suo essere completamente chiuso rispetto all’esterno, impedendo quindi al pizzaiolo casalingo di tenere d’occhio la pizza per sfornarla al momento giusto. Questo ci porta a un secondo problema, ovvero alla necessità di aprire quanto meno possibile il coperchio per evitare che la temperatura accumulata si disperda all’esterno. Occorrono quindi diverse pizzate per prendere la mano e una capacità notevole nel limitare gli errori quanto più possibile.
Non dimentichiamo infine gli aspetti legati alla sicurezza nel modding: cambiare il piatto di cottura può essere sicuramente una cosa innocua, ma starare un termostato e introdurre resistenze più potenti ci espone a rischi che bisogna tenere in considerazione per evitare incidenti domestici.
Illillo
Uno degli ultimi arrivati per la cottura di una pizza tipo napoletana fatta in casa, simile nella forma ai fornetti tondi del paragrafo precedente ma diverso da essi per una caratteristica particolare. Il suo funzionamento prevede infatti che per il riscaldamendo della parte inferiore si usino i normali fornelli di cucina, lasciando quindi alla sola parte superiore la presenza di una resistenza da collegare alla presa elettrica. Chi ha provato Illillo giura di avere ottenuto ottimi risultati soprattutto con la sua variante Extreme dotata di resistenza da 1.500 Watt, disponibile comunque a un prezzo piuttosto contenuto (164 euro) rispetto alle alternative che riporteremo di seguito.
Il rovescio della medaglia è rappresentato dallo stesso problema del quale soffrono tutti quanti i forni con forma a conchiglia: l’impossibilità di tenere d’occhio la pizza durante la cottura e la possibile dispersione del calore, che rendono pratica e applicazione certosina in ogni istante indispensabili per una buona riuscita in fase di cottura.
Effeuno P134H
Il più longevo e il più conosciuto tra le alternative veramente in grado d’innalzare il livello delle pizze casalinghe verso quello delle pizzerie. Non a caso l’Effeuno P134H è anche il più usato tra chi ha fatto della pizza fatta in casa una vera e propria malattia, a fronte di una spesa che inizia a essere impegnativa vista la necessità di tirare fuori una somma intorno ai 500-600 euro per vederselo recapitare a casa. Una volta comprato e passato il periodo di rodaggio sarete però pronti a benedire ogni singolo centesimo, a patto di farne naturalmente un uso regolare che giustifichi la spesa. Contrariamente a quanto si possa credere, il P134H non contempla solo la cottura della pizza tipo napoletana, ma anche pizze in teglia e pane.
Il problema della “visibilità” della pizza viene risolto rispetto alle alternative precedenti con uno sportello dotato di vetro, grazie al quale tenere sotto controllo il proprio prodotto durante tutta la cottura. Si pone però il problema dell’ingombro, visto che rispetto ai fornetti il P134H si presenta con una dimensione ben più grande, che in combinazione col suo peso lo rende impossibile da spostare facilmente o da riporre in un armadio dopo l’uso.
La necessità di ventilazione sui vari lati (soprattutto sul destro) lo rende inoltre impossibile da usare in incasso, per cui è necessario avere un mobile sul quale appoggiarlo o almeno un carrellino da tirare in mezzo quando si iniziano a cuocere le pizze. Per quanto riguarda i consumi, la presenza di due resistenze per un totale di 2.800 Watt lo rende un po’ uno spauracchio per la bolletta dell’elettricità. L’unico problema che avrete sarà in realtà quello di accendere eventualmente anche il phon mentre avete attivato il P134H. Economicamente infatti non si notano differenze tangibili, in quanto il consumo delle due resistenze è al massimo solo in fase di riscaldamento.
Forni a gas
Se fino a qualche tempo fa l’elettricità era l’unico mezzo con il quale realizzare una pizza tipo napoletana nella propria casa, da mesi ormai il mercato propone diverse alternative a fiamma viva che non sono il forno a legna. Stiamo parlando naturalmente dei vari forni a gas disponibili in commercio, in media un po’ meno costosi rispetto al P134H rispetto al quale hanno invece in comune le dimensioni.
La loro caratteristica principale è naturalmente quella di avvicinarsi ancora di più a un forno di quelli che siamo abituati a vedere in pizzeria, senza la necessità di avere tutto lo spazio richiesto da un forno a legna e senza la sporcizia generata da quest’ultimo. È però necessario avere comunque uno spazio esterno dove posizionarsi per la cottura, visto che praticamente tutti i modelli di forni a gas in commercio non sono progettati per l’uso interno.
Si pone quindi anche il problema del periodo invernale, durante il quale per le pizzate serali la cottura in terrazza non risulta proprio così comoda. Occorre naturalmente tenere d’occhio anche il livello della bombola che si sta usando, per evitare di rimanere con la pizza in mano a metà pizzata. A ogni modo, il forno a gas è la soluzione alla quale rivolgersi se volete provare a trecentosessanta gradi l’esperienza di una pizzeria casalinga, stando attenti anche a girare la pizza durante la cottura per evitare che la fiamma finisca per bruciarla da un lato solo.
Vi abbiamo parlato a più riprese dell’Ooni Koda, e recentemente il produttore ha lanciato sul mercato anche la sua versione elettrica del forno per la pizza fatta in casa, denominato Ooni Volt, che ha un assorbimento decisamente basso per la categoria.
Ma alla fine, quali forni usate per cuocere la vostra pizza fatta in casa? Uno dei forni elencati in questo articolo o appartenete alla schiera degli alternativi che provano esperienze mistiche col barbecue o addirittura col cannello?