Oltre a essere la catena di pizzerie più diffusa negli Stati Uniti, Domino’s Pizza è arrivata da qualche anno anche nel nostro Paese e si è imposta nel panorama seguendo alcuni dei canoni che l’hanno già resa famosa oltreoceano.
Parlando del servizio in sé, la catena di pizzerie a stelle e strisce propone una consegna a domicilio in 30 minuti e per farlo non si affida a piattaforme di delivery e rider esterni: l’ordine può essere effettuato via web o tramite l’applicazione e seguito in tempo reale da lì. A consegnare la pizza è invece un dipendente dell’azienda che, armato di scooter elettrico, arriverà il più velocemente possibile a destinazione. Ma perché non affidarsi alle sempre più numerose app di consegna?
A confermare tale strategia ci ha pensato l’amministratore delegato dell’azienda il quale, commentando i risultati finanziari dell’ultimo trimestre, ha spiegato come molto semplicemente la consegna delle pizze non gli abbia mai fatto guadagnare un solo dollaro (i profitti solo legati alla produzione e alla vendita del prodotto, ndr) e che se non ha senso dal punto di vista economico, appare sciocco voler condividere i dati di tutti i clienti con i vettori di consegna esterni alla società.
D’altronde questa strategia si è rivelata finora vincente: utilizzare i propri dipendenti e i propri mezzi permette all’azienda di monitorare tutto ciò che avviene dall’uscita della pizza dal forno fino alla consegna a domicilio. L’assistenza clienti poi, che interviene in caso di consegna in ritardo, è più facile da gestire se si è in possesso di tutte le informazioni necessarie. Domino’s quindi non ha mai utilizzato né tantomeno pianificato di utilizzare queste app di terze parti che, a detta del CEO dell’azienda, applicano commissioni elevate ai ristoranti e allo stesso tempo stanno aumentando i prezzi di servizio per i clienti.
Nel frattempo Domino’s, che ha festeggiato il suo sessantesimo anno di attività negli Stati Uniti, ha anche incrementato le vendite in tutto il mondo del 10,4% rispetto al precedente anno fiscale mentre i profitti maturati sono passati dai 400 milioni del 2019 ai 491 milioni del 2020.