Purtroppo, ogni tanto, c’è anche qualche chiusura che ci rende un po’ più tristi e privi di buona pizza.
Ieri, 5 febbraio 2020, i ragazzi di “PizzaNova – Lo stile giovane della pizza napoletana” , con sede a Pozzuoli, ha reso pubblica la chiusura a tempo indeterminato, scegliendo i propri canali social per comunicare ai propri estimatori una decisione molto sofferta.
Sulla pagina Facebook e sul canale Instagram di Pizzanova, campeggia lo stesso messaggio dai toni ufficiali: “Purtroppo si, le condizioni createsi per volontà politica nell’area del lungomare di Pozzuoli ci scoraggiano a proseguire la nostra attività. Da anni ormai assistiamo alla progressiva distruzione di quello che era conosciuto come uno dei migliori lungomare al mondo. Le condizioni imposte dall’amministrazione comunale non ci permettono di svolgere il nostro lavoro appieno e di soddisfare i nostri amati clienti che ci hanno da sempre supportato.”
Sono moltissimi i messaggi di supporto degli appassionati di PizzaNova, che sperano in una nuova riapertura, magari non a Pozzuoli.
Nel messaggio-comunicato su Facebook ed Instagram, c’è una steccata netta e precisa che ha dei destinatari: PizzaNova ha risentito delle decisioni prese dal Comune di Pozzuoli, in particolare per quanto riguarda la struttura-veranda della sua pizzeria, che ospitava all’esterno più di 100 persone.
Come racconta a Pozzuoli21 il patron e pizzaiolo Ferdinando Guido, dopo aver ricevuto un pressing asfissiante da parte dei vigili di Pozzuoli, si è ritrovato costretto a togliere la struttura che accoglieva gran parte dei clienti (una veranda esterna, regolarmente pagata con le dovute tasse di occupazioni del suolo pubblico), restando con i soli 35 posti a sedere nella sala. Un danno che gli ha causato circa 20mila euro di perdita al mese e la decisione di non riaprire, dopo 24 giorni di ferie.
Pozzuoli, come tutte le cittadine storiche e marittime dei Campi Flegrei, risente particolarmente dei problemi di spazi, occupazioni del suolo pubblico, nonchè di viabilità e parcheggio e non è infrequente che le auto creino ingorghi, che il parcheggio non si trovi oppure sia molto distante dal luogo prescelto, compromettendo spesso la scelta di una certa attività commerciale.
Gli amministratori, dal loro canto, cercano di preservare i centri storici con i varchi ZTL, le autorizzazioni stringenti per l’occupazioni del suolo pubblico ed altri provvedimenti. Senza però – a quanto pare – entrare in sinergia con i commercianti che a conti fatti sembrano pagare lo scotto maggiore con fatturati inferiori e – come nel caso di PizzaNova – di chiusure che fanno “rumore”.
Non è purtroppo un caso isolato: di recente, un’altra vittima famosa di “decisioni non condivise” è il pizzaiolo Attilio Albachiara, presidente dell’Associazione Mani d’Oro e storico proprietario della pizzeria omonima ad Acerra, ormai chiusa. Le motivazioni sono pressoché simili a quelle dei ragazzi di PizzaNova: un’ampia area di Acerra – compresa la zona dove si trovava storicamente la sua pizzeria, insieme a molti altri esercenti – è stata coinvolta in un progetto di pista ciclabile, minando seriamente i fatturati, fino a costringere il pizzaiolo Albachiara alla chiusura a partire dallo scorso gennaio.
Le decisioni comunali vengono prese sicuramente per salvaguardare la città ed il benessere dei cittadini, gli spazi di tutti e la legalità. Ma è sempre più importante un dialogo vero e costruttivo tra le istituzioni e gli esercenti, motore attivo di ogni cittadina. Se gli esercenti chiudono, le città muoiono e non esercitano più attrattiva non solo sul visitatore occasionale, ma nemmeno sull’autoctono.
[Crediti | Foto: Pagina ufficiale Facebook Pizzanova; Link: Ristorazioneitalianamagazine]