Bella Napoli a Tokyo, una storia (con recensione) da raccontare
Tetsuya Ikeda realizza una pizza verace e saporita, senza virtuosismi inutili
La Pizzeria Bella Napoli si trova in un quartiere residenziale di Tokyo e al comando c’è Tetsuya Ikeda, detto Michele, un giapponese innamorato di Napoli e dell’Italia. Ikeda San è stato folgorato negli anni novanta dalle botteghe di artigiani per strada e dall’importanza di preservare il lavoro manuale senza sacrificarne la qualità. Il suo modo di fare pizza, ne consegue, è più è più unico che raro: complice il quantitativo giornaliero di pizze che si attesta sotto le settanta (questo avviene perché la sua non è unicamente una Pizzeria ma un vero e proprio ristorante completo), l’impasto viene lavorato a mano con lievito naturale e poi conservato fino a un massimo di ventuno giorni (!) in una cella frigorifera a zero gradi, prima di farlo lievitare 36-48 ore. Il risultato, come si può ben immaginare, è un livello di digeribilità davvero invidiabile e con zero sensazione di sete provocata: la pizza in generale è molto buona, merito anche del forno a legna realizzato a mano e della scelta di ingredienti, che di extra napoletano comprendono una mozzarella di Bufala prodotta in Hokkaido, a nord dell’arcipelago nipponico di isole.
Dulcis in fundo, tutto l’arredamento che potete vedere nel locale è stato ordinato in Italia ed è stato portato mediante un container a Tokyo da un architetto napoletano, allo scopo di celebrare la napoletanità e creare finiture uniche come il battiscopa in pietra lavica del Vesuvio.
Margherita con bufala dell’Hokkaido, regione del Giappone.
Tetsuya Ikeda realizza una pizza verace e saporita, senza virtuosismi inutili
continuano i nostri speciali video dedicati alle pizzerie italiane (e non) presenti in Giappone