Cambia-Menti di Ciccio Vitiello nel 2024, la recensione: eccellente

la nostra prova in una serata agostana, dove ci siamo “arrecreati” un bel po’

Recensione di Antonio Fucito — 1 settimana fa

Margherita (Cambia-menti di Ciccio Vitiello, San Leucio, Caserta)

Il percorso di Ciccio Vitiello nel mondo Pizza è stato piuttosto differente da quello che può essere considerato “standard”.
Per tanti anni, troppi, è stato definito un pizzaiolo emergente nel timore, forse, di non comprendere appieno le sue realizzazioni.
Poco incline a dannarsi l’anima per il giudizio altrui, bene o male ha sempre snobbato la parte di comunicazione oggi così pressante in questo mondo, ovviamente non disdegnando premi e riconoscimenti ma tendenzialmente concentrandosi sul proprio concetto di pizza.
La consacrazione è avvenuta nel quartiere casertano di Tuoro, con un locale accogliente e frequentato; da qualche hanno c’è stata la (sua) svolta con Cambia-Menti a San Leucio, altra frazione a due passi da Caserta, tra le dimore che furono dei reali di Borbone e col suo complesso patrimonio dell’Unesco.

Bando alle ciance, in una serata agostana mi sono diretto in questa pizzeria per verificarne anche in questo caso lo “stato dell’arte” nel 2024, scegliendo una degustazione più corposa che comprendeva pizze ben note e qualche introduzione inedita.

Oramai un classico da queste parti è la pizza denominata Recensione Negativa, che simula quella parte nera che spesso viene criticata dai clienti, sia quando hanno ragione, sia quando non ravvisano che possono essere bolle vuote di anidride carbonica oppure gli effetti della reazione di Mallard, che tanto aiuta invece nel realizzare una buona pizza.

Costa 15€ (intera, ovviamente) e propone un abbinamento con mozzarella di Bufala, pomodoro Bon Bon (ciliegino) e la sua crema, pesto di basilico, pepe di Sichuan, ingrediente segreto come da dicitura sul menu e olio EVO aromatizzato al limone.
SPOILER, l’ingrediente segreto è composto da una polvere di olive essiccate e poi idratate con succo di limone e acqua, per renderla “cremosa” e dare un’estetica molto simile a una bruciatura.

Buona, molto, dal contrasto di sapori alla sapidità complessiva, “poggiate” su un impasto realizzato con biga al 100% che non soffre dell’effetto “panoso” tipico di una lavorazione non perfetta e restituisce un’ottima masticabilità, fino a risultare scioglievole nell’affondo del morso.

Tra una portata e l’altra ho notato un servizio un po’ pigro nelle tempistiche e nell’attenzione del cliente, ancorché cordiale in fase di interazione. Il locale nella parte interna ha linee pulite e moderne, quella esterna è immersa in un contesto rilassante, ma bisogna combattere un po’ con i moscerini che in tempi di caldo assurdo e luci soffuse sui tavoli, vengono a fare qualche saluto di troppo.
Buona la carta degli alcolici, con diverse etichette campane non banali e qualche escursione fuori regione per quanto riguarda le bollicine e i vini bianchi.

La doppietta successiva è stata segnata dall’immancabile Margherita (8€) e dalla Zucchine, presente solo nella degustazione di 50€ che comprende un fritto, 5 tranci di pizza e un dolce.

La Regina è delicata, austera, scioglievole e realizzata con grande attenzione, poco spinta nel sapore ma complessivamente godibile. La Zucchine, composta da fiori di zucca, zucchine, stracciata di Bufala, acciughe del Mar Cantalbrico, pomodorini arrosto e zest di limone, viene esaltata dall’olio e da ciascun elemento per risultare quasi “cremosa” in bocca. Davvero una risultato sorprendente se si pensa che non di rado questo frutto viene sfruttato in maniera timida, mentre qui viene esaltato e c’è un’alternanza esemplare di contrasti e quindi sapori.

La Star della serata, ad ogni modo, è stata l’Americana, che al costo di 13€ propone un padellino in doppia consistenza che racchiude una parmigiana di melanzane, pesto di basilico e grattuggiato di formaggio grana.

Eccellente, il sapore esplode in bocca mentre si addenta l’insieme e si percepisce la consistenza crunch di un padellino che diventa morbido nell’affondo, non si sgretola ed esalta una pizza che si mangia felicemente con le mani: buona, buonissima.

A concludere la parte salata sono tornato alla tonda, scegliendo la Genovese di Ciccio, che propone una genovese di carne cotta a bassa temperatura, pecorino Muletrum e olio EVO.

Se si ama questo piatto napoletano omaggio alla città ligure, si troverà una versione saporita e ben equilibrata in tutte le sue componenti, ancora una volta su un impasto privo di sbavature.

Dulcis in fundo, letteralmente, il padellino doppio cioccolato con gelato mandorlato, caramello e mandorle dolci, proposto a 7€.

Al morso ruffiano e goloso, non noioso, supportato da un padellino che anche in questo caso regge benissimo il peso di tali ingredienti.

L’ultima cena da Cambia-Menti di Ciccio Vitiello è stata memorabile perché ha espresso il potenziale massimo che il pizzaiolo casertano può offrire oggi, da un impasto nobile e delicato fino ad abbinamenti che alternano sapori ed equilibri invidiabili, di gran pregio. In queste condizioni, che speriamo si verifichino nella maggioranza dei casi – lo ripeterò all’infinito: si racconta l’esperienza specifica, non si può affermare con sicurezza che sia sempre così, sia per il prodotto che tempi di attesa e servizio – stiamo parlando di una pizzeria eccellente che rientra tra le migliori che abbiamo provato negli ultimi tempi.

Cosa mi è piaciuto (+)
Impasto della tonda delicato e scioglievole
Impasto del padellino, perfetto come consistenza
Alcuni abbinamenti di livello eccezionale

Dubbi (-)
Servizio un po’ pigro
D’estate all’esterno si fa a botte con i moscerini

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