Fin da ragazzo una vera fissazione: Procida d’estate.
Non ero mai riuscito a poter placare questo mio desiderio e per anni è rimasto una vera chimera.
Poi, nel tempo, le cose nella vita cambiano e si predispongono in modo tale da poter appagare sogni ormai quasi dimenticati.
Da ben 6 anni la mia nuova “residenza” per la quiete estiva è, finalmente, Procida con il suo mare, i suoi colori, i suoi rumori, la sua gente, i suoi spettacolari tramonti.
La giro a piedi la mattina molto presto con le sue stradine strette ancora deserte, poche anime, ed arrivo fino al mare – al porto – per un caffè al Bar Roma o Dal Cavaliere.
Una brioche “col tuppo” o crema ed amarena rigorosamente dell’Antica Pasticceria Cascone mi tiene compagnia fino alla fine del mio giro per poi aggiustarmi il gusto del secondo caffè da prendere in albergo.
Litorale preferito è quello della Chiaiolella dove mi godo il mare e con l’aria sempre mossa, viva, in grado di stemperare il calore di una bella giornata estiva.
Ma quest’anno no: il caldo afoso ed opprimente ha vinto su tutto…
Una vera mancanza in questi anni passati però la devo confessare: su Procida non ho mai gustato una pizza vuoi perché non ci pensavo oppure perché, più semplicemente, ero ben viziato dall’ottima cucina del ristorante vacanziero.
Stavolta sono partito con la decisione di colmare questa mancanza e di andare alla ricerca della o delle pizzerie che più avrebbero stuzzicato questa voglia.
Qualche consiglio, una chiacchiera, uno sguardo e sono riuscito ad individuare un buon e moderno locale dove poter mangiare questa benedetta pizza procidana.
Ed eccoci da FUEGO a Marina di Corricella dove un buon posto a sedere riservato ci aspettava.
I tavoli sono sistemati all’esterno sotto grandi ombrelloni ed il mare è tanto vicino che il suo profumo è così intenso da rimetterti in pari con la vita.
Servizio garantito con efficienza e gentilezza dal sorriso di ragazze puntuali nel controllare i tavoli tra le diverse portate.
Nessun problema sulla mia richiesta di poter far arrivare le pizze una alla volta e, così, dopo averne studiato l’ordine si è dato inizio alla degustazione.
L’inizio è in stile più che classico: Marinara e Margherita.
Cottura decisa così come piace a me, ottimo il pomodoro, cornicione interessante ma che non crea ansie particolari nel morso finale finemente croccante.
La pizza Margherita sul filo del rasoio per gusto “arrogante” tra cottura ed ingredienti mi ha molto soddisfatto.
Abbandonata la tradizione si passa ad una scelta più contemporanea; ed ecco la pizza Vesuvio: datterini gialli, pomodorini rossi, stracciata di bufala e polvere di pesto di basilico.
Un boccone molto fresco e dal sapore totalmente estivo, il gusto del pesto di basilico si esalta nella sua totalità sul finire del morso. Per finire una Ciurillo con fiori di zucca, salame dolce, provola e ricotta.
Davvero saporita, la dolcezza del salame riusciva ad “addomesticare” il preponderante gusto della provola: come “arroganza” la colloco a pari merito della Margherita.
Bella serata ed ottima impressione su questo Fuego che riscalda la marina della Corricella. Un’esperienza che mi ha lasciato la voglia di un ritorno prima del rientro sulla terraferma.
La seconda volta mi ha confermato ciò che in virtù delle sensazioni avevo assaporato e mangiato qualche serata prima.
Questa volta la Margherita del Piennolo ci da il benvenuto: piennolo del Vesuvio, bufala DOP, Parmigiano Reggiano DOP 24 mesi, basilico.
La dolcezza del piennolo e la generosa manciata di reggiano mi hanno consolato, forte il gusto della bufala.
A seguire la mia preferita: Provola e Pepe.
Una versione gentilissima dove il pepe, dosato scrupolosamente, ne esaltava gusto e profumo senza “surriscaldare” il boccone totale: a questo bastava il caldo circostante!
Risultato: buona la prima e confermata bontà con la seconda.
Una bella realtà nata nell’anno 2016 e, ritengo, che con queste caratteristiche Fuego avrà un bel futuro su Procida.
Un impasto diretto da vita ad un panetto di 280 grammi di estrema morbidezza, di buon sapore al palato e di ottima digeribilità.
La cottura, come detto qualche riga più sopra, molto interessante, per certi versi decisa che rende sfizioso e croccante il cornicione.
Le pizze sfornate erano tutte simili per cotture e guarnizioni segno di una grande attenzione al prodotto servito ai clienti.
Michele De Girolamo ed il suo gruppo mi hanno davvero regalato due belle serate procidane, traggono ispirazione dalla cultura di un popolo che sa mangiare e, se la cultura davvero non isola, la pizza per sua principale caratteristica unisce e diverte.
Questa recensione fa parte della rubrica “I percorsi di gusto di Amjago” di Amleto De Silva, che comprende articoli esperienziali e molto personali in giro per le pizzerie di Roma, Caserta, Napoli e non solo.