I Masanielli – Sasà Martucci: basta con i confronti tra fratelli

Parmigiana (I Masanielli - Sasa Martucci)

C’è stato un periodo prolungato durante il quale parlare de I Masanielli a Caserta catalizzava l’attenzione mediatica quasi interamente sulla pizzeria di Francesco Martucci, nonostante quella del fratello, Sasà, proponesse un prodotto comunque di livello, con le dovute differenze in termini di locale e delle pizze presenti in carta.
Poi, per fortuna, le “strade di pizza” intraprese si sono diversificate maggiormente, sia in termini di prodotto finale che di percezione della clientela, che si alterna sempre di più tra le due pizzerie vuoi per la distanza ravvicinata, vuoi per la qualità della pizza, una napoletana rivisitata o casertana moderna che dir si voglia, con un cornicione vistoso ma non preponderante rispetto alla farcitura.

Dopo la recente prova della pizzeria di Sasà Martucci, preceduta qualche mese fa da quella di Francesco, mai come in questo momento storico ho ravvisato differenze nel tipo di approccio al prodotto. Basta guardare il menu, infatti, per notare come quello di Sasà sia focalizzato maggiormente sul legame col territorio e la filiera sostenibile. Dagli ingredienti familiari abbinati a lavorazioni moderne fino ai piatti storici rivisitati in chiave pizzeria, un’offerta complessiva molto centrata che propone tra l’altro la chicca dell’abbinamento consigliato con vini campani per ciascuna pizza.

Insomma, abbiamo a che fare con una pizzeria classica ma declinata in chiave moderna e con un’identità precisa, in contrapposizione con l’ecletticità talvolta estrema di Francesco, dovuta forse anche al suo attuale “status mediatico”.
Da qui un confronto che ha sempre meno senso – seppur venga naturale farlo – e sul quale ritornerò nelle battute finali di questo articolo.

Concentriamoci adesso sull’ultima visita da I Masanielli – Sasà Martucci: nel 2024 si viene accolti da un locale “pulito” come finiture e luminoso senza essere accecante, rumoroso il giusto e con un servizio attento e ben organizzato, cosa non sempre comune anche nelle pizzerie che aspirano a raggiungere un certo livello. La firma del pizzaiolo casertano è presente in ogni dove, la parte del bancone pizzeria si trova a vista, protetta da una vetrata.

Partiamo dalla Margherita, la pizza che fa la pizzeria e quella largamente più diffusa in barba a mode e tendenze; non saperla realizzare è un grosso punto a sfavore, ma come avrete intuito non è questo il caso.
Ho scelto la Margherita DOC per la vicinza con i migliori caseifici di mozzarella di bufala campana DOP e per la presenza di una spolverata di Parmigiano Reggiano, per un costo complessivo pari a 10€.

L’impasto è eccellente, dalla cottura alla consistenza fino alla masticabilità, accompagnando nella maniera giusta gli ingredienti.
E se grazie anche ad un olio di carattere ma non soverchiante abbiamo un sapore avvolgente ed equilibrato, la DOC non può che lasciare il segno, finanche grazie alla piacevole persistenza in bocca dopo ogni singolo morso.

La seconda scelta è ricaduta sulla Assoluto di Parmigiana, che al costo di 13€ propone una crema di parmigiana di melanzane, pezzi di parmigiana di melanzane, fiordilatte, Parmigiano Reggiano, chips di riso e buccia di melanzana, basilico e olio EVO.

Parmigiana (I Masanielli - Sasa Martucci)

La melanzana non è mai timida sia nella sua forma “pura” che amalgamata col resto, il sapore è equilibrato e mai timido, anzi: buona buona, anche in questo caso col supporto di un impasto goduriosamente scioglievole.

Andiamo adesso sulla Apocalypse Baccalà, costa 14€ ed è realizzata con baccalà mantecato, fiordilatte, pesto di pomodori secchi, roccia di olive caiazzane, olio EVO al prezzemolo.

Siamo sempre nel territorio campano anche se con un ingrediente meno battuto o comunque poco ragionato sulla pizza; ebbene, in questo caso la consistenza, l’equilibrio dei sapori e il morso complessivo sono stati decisamente eccellenti, la pizza più inaspettata e giocoforza quella più sorprendente.

A chiudere la prova c’è stata la Nerano, che propone per 12€ una crema di zucchine, fiordilatte, fiori di zucca e caciovavallo.

Tecnicamente perfetta sia come impasto che come cottura e ingredienti, mancava di un po’ di sapidità complessiva, risultando quindi meno “carismatica” rispetto ad altre nerano provate negli ultimi mesi, pur rimanendo buona.

Tirando le somme e riprendendo l’affermazione presente nel titolo, anche nel 2024 le pizzerie I Masanielli mantengono un livello elevato; le preferenze possono pendere su una o sull’altra in base alla propria esperienza specifica e gusti personali. Nel mio caso, ad esempio, è stata quella di Sasà Martucci a catturare appieno la mia attenzione e soddisfazione, perché in questo momento storico il percorso intrapreso è quello di una pizzeria pura legata al territorio, al passo con i tempi e con sapori conosciuti posizionati su un gradino molto alto. E, da adesso in poi, ognuno per la sua strada anche quando ne parleremo su queste pagine.

Cosa mi è piaciuto (+)
Impasto eccellente, dalla cottura alla consistenza
Abbinamenti equilibrati e saporiti
Pizzeria dalla forte identità territoriale, dagli ingredienti alla selezione dei vini

Dubbi (-)
Nessuno in particolare, se non la Nerano meno memorabile delle altre

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