I tanti impasti di Frizzi Pizza a Catania, la recensione

in zona centrale una realtà giovane da provare

Recensione di Antonio Fucito — 4 mesi fa

Frizzi Pizza Catania

Nella città di Catania, come è giusto che sia, l’offerta di pizza al piatto è piuttosto corposa, con preponderanza di quella napoletana con commistioni siciliane e in generale lavorazioni tra classico e moderno. Nella zona centrale la proposta è ancora più ricca e da qualche mese si è aggiunta Frizzi Pizza, a via Monfalcone sotto i famosi portici che sono stati punto di ritrovo per i ragazzi degli anni 80 e 90 e dai quali prende ispirazione per il nome.
Questa pizzeria si autodefinisce pizzificio per la quantità di impasti presenti in carta, di produzione propria grazie anche alla presenza di diverse tipologie di forni adatti a ciascuna lavorazione. Al comando c’è Donato Spatola, di origine campane e già apprezzato a Catania presso Bocche di Fuoco, che si è imbarcato con un socio nella sua prima pizzeria “completa” pensata dall’inizio alla fine.

Il locale si sviluppa su due piani con un dehors esterno e la parte della lavorazione sul lato destro dell’ingresso, poi una sala principale e una seconda inferiore più grande; le finiture sono eleganti, gli strumenti utilizzati moderni e quindi il colpo d’occhio complessivo di livello. Un appunto va fatto però verso l’acustica generale, che non riesce a mitigare un rumore di sottofondo piuttosto marcato che non rende sempre facile la conversazione tra i commensali.

Sbirciando il menu si viene “investiti” da tutta una serie di lavorazioni, abbinamenti e impasti quasi soverchianti, per fortuna ben distribuiti dal punto di vista grafico e cromatico. Abbiamo la tonda napoletana, la stesura a ruota di carro, la pizza in pala alla romana, il maritozzo, buns al vapore fino all’impasto romano. Insomma, c’è abbondanza che se da un lato come detto può disorientare in fase di scelta, dall’altro permette di avere “vita lunga” col cliente che può/deve tornare più di una volta prima di esaurire i capisaldi presenti in carta. Complice una cena con altri sette commensali, ad ogni modo, sono riuscito a provare una buona percentuale dell’offerta gastronomica complessiva.

Partiamo con Ambra (13€), una pizza prima fritta e poi infornata servita come una pala, in questo caso realizzata con conserva di pomodorini del pienno del vesuvio, mozzarella di bufala campana dop, parmigiano e basilico.

Realizzazione impeccabile della doppia cottura, con una texture al tatto asciutta e i sentori di fritto accennati dopo qualche morso. L’abbinamento rappresenta un grande classico, in questo caso assolutamente valido.

Adesso è il turno di una doppietta di maritozzi salati, Marco (8€) con prosciutto crudo San Daniele DOP, stracciata, granella e pesto di pistacchio; e Vito (5€) con mortadella, limone e mozzarella di bufala.

Brioche morbida al punto giusto e ingredienti di qualità per questi due abbinamenti “facili” ma non per questo meno meritevoli di un assaggio.

Si torna alla pizza, con la Alba (16€) realizzata su base pala romana con fiordilatte campano, mozzarella di bufala, blu di bufala, piacentinu ennese, chips di parmigiano, confettura ai frutti di bosco.

Frizzi Pizza Catania

La consistenza della pala corrisponde a tutte le caratteristiche desiderabili per tale tipologia, con una bella croccantezza al morso e morbidezza nell’affondo assieme ad una masticabilità non prolungata. Questa sorta di cinque formaggi era buona come sapore complessivo, con le chips di parmigiano belle croccanti e la confettura che rendeva il morso complessivo equilibrato e non noioso.

Il tour continua con la Margherita (8€) su impasto napoletano, realizzata con pomodoro San Marzano, fiordilatte, olio evo e basilico e la Marinella (14€) con fiordilatte, noci, zest di limone, provolone del Monaco.

Questo tipo di impasto ha un cornicione più pronunciato, ancorché contenuto, e una morbidezza maggiore al morso. Ho trovato una buona sapidità e consistenza, anche se un pizzico di scioglievolezza in più non avrebbe guastato. La Margherita era complessivamente “competente”, la Marinella “golosa”.

Si continua a cambiare, in questo caso grazie ad una doppietta di pizze con stesura a ruota di carro, la Eleonora (9€) con pomodoro San Marzano, parmigiano grattuggiato, olio evo e basilico; e la Giulia (12€) con pomodoro San Marzano, melanzane fritte, ricotta salata e basilico.

Personalmente l’impasto a ruota di carro è stato quello più sorprendente, perché tra i migliori che ho provato al di fuori dalla Campania. Non ha tutti i connotati delle migliori declinazioni della sua terra natia, ma grandezza, tecnica di stesura, consistenza e scioglievolezza erano molto buone, in grado di esaltare gli abbinamenti durante tutto il loro viaggio attraverso il palato.

Ancora una doppietta, questa volta dedicata alla pizza tonda che richiama per caratteristiche quella romana. Nel dettaglio la Alessandro (15€) con crema di zucchine, fiori di zucca, ricotta fresca e acciuga sotto sale; e la Grazia (16€) con fiordilatte, prosciutto cotto, funghi cardoncelli saltati e in crema, lamponi, prezzemolo e olio.

Il morso croccante non sconfina in un “raschiamento” sulle pareti della bocca, denotando quindi una realizzazione corretta dell’impasto “romano”. Ho ravvisato una leggera disparità di cottura tra le due pizze, mentre per quanto riguarda i condimenti in entrambi i casi ho apprezzato la sapidità e il bilanciamento complessivi.

Il padellino, infine, nell’abbinamento chiamato Adele (22€) con tataki di tonno, spuma di parmigiano, cavolo rosso in agrodolce, guacamole, tobiko rosso e verde.
Forse la proposta più debole tra le tante provate, sia come realizzazione complessiva del padellino, un po’ “scarico” come consistenza, sia per l’abbinamento scelto, complessivamente non armonico al morso.
Nel menu non sono presenti proposte di pizza dolci – cosa che verrebbe naturale pensare vista la presenza di così tanti impasti – ma una selezione di dolci classici, comprensivi del maritozzo originale.

Frizzi Pizza Catania

A poco più di sei mesi dall’apertura, Frizzi Pizza si posiziona già come una delle proposte più interessanti presenti a Catania, anche perché rappresenta il completamento di un percorso di Donato Spatola dopo tante esperienze in giro, all’interno di un locale pensato bene fin dall’inizio come spazi e strumenti di lavoro. La presenza di tanti impasti non mina la qualità complessiva al netto di qualche cosa – il padellino – un gradino sotto al resto, gli abbinamenti sono interessanti tra proposte classiche e inedite. Ad oggi, quindi, Frizzi Pizza è una pizzeria da provare che limando qualche dettaglio sarà ancora più appetibile per il pubblico catanese.

Cosa mi è piaciuto (+)
Impasti generalmente di ottimo livello, a partire da quello in pala e a ruota di carro
Tanti abbinamenti ben pensati e realizzati
Locale moderno e ben rifinito…

Dubbi (-)
…ma è decisamente da migliorare il rumore di sottofondo
Il padellino è un gradino sotto al resto