Io al DECIMO faccio SCALO… e voi?

Un nuovo percorso di gusto

Recensione di Amleto De Silva — 3 anni fa

Scrivere di Decimo Scalo, almeno per me, potrebbe essere facilissimo ma, in realtà, non lo è. Non si tratta di descrivere una serata trascorsa benissimo o di particolari momenti passati a gustare diverse pizze in proposta: il mio è un percorso di gusto che va avanti da almeno cinque anni.

E proprio cinque anni fa, quasi per caso, parlando tra amici sono venuto a conoscenza dell’esistenza di Decimo Scalo: “non sono mai riuscito ad andarci, c’è sempre fila”, “magari, vorrei proprio mangiarla una pizza da loro ma l’attesa è troppo”. Tutto questo non ha fatto altro che aumentare la mia curiosità e la mia voglia di una pizza al Decimo. Per poterlo fare però, bisognava recarsi da loro ad apertura serale prima della baraonda da fila di affamati… e così feci.

Ed ecco la mia prima pizza alle 19,30. La cosa bella, per mia memoria da giovane ragazzo casertano, fu quella di vedere che il posto dove era ubicato Decimo Scalo apparteneva a una trattoria che per anni aveva sfamato i giovani allievi dell’Aeronautica e mezza città: “Ccà sta O’ Masto”. E ciò mi rese ancora più curioso.

decimo scalo

Lo ricordavo come un locale piccolo, con un camino in un angolo, come essere accolti in casa propria e mangiare quello che era pronto dalla cucina. Ricordavo perfettamente.
Mentre percorrevo la Roma – Napoli telefonai per accertarmi dell’orario di apertura e, puntuale, ero pronto per gustarmi la mia prima pizza Margherita dalle mani di Vittorio Vespignani. Da quella sera è stata passione, è stato un fiume in piena fatto di pizze, di guarnizioni superbe, di trasformazioni su pasta “ammaccata”, di amicizia.

Doc Rivisitata Decimo Scalo

La DOC Rivisitata

Ci ritornai anche la sera successiva e conobbi la saporita pizza Doc Rivisitata: San Marzano, bufala, spicchi di pomodoro semi-dry, reggiano e basilico. Fantastica. Da allora è cominciato quello spicchio di vita (e di pizza) da Decimo Scalo, almeno un paio di volte al mese se non tre, nostalgicamente da Roma a Caserta per vita e per le pizze curate da Vittorio, per il sorriso di Mery (moglie e “complice” di Vittorio) e i suoi consigli su cosa mangiare (“Prendi la Scarpariello e poi la pizza del mese, assolutamente!”), per quello che è diventato Decimo Scalo a noi che lo frequentiamo: il luogo del cuore dove non si va solo per mangiare, scappare e ritornare nel freddo del mondo.

Scarpariello (Particolare) Decimo Scalo

La Scarpariello

Un percorso di gusto che dura da cinque anni e che mi ha deliziato con svariate, innumerevoli pizze: la Scarpariello (la adoro nella sua semplicità con quel forte gusto di conciato romano), la Carabiniera (la storia della pizza casertana va sempre onorata), la Ragutella (cosa sono quelle polpettine che danzano nel ragù), la Don Vittorio (nduja, bufala, crema di friarielli e patate al forno), la Donna Maria (quanto mi manca, con fior di latte, pancetta croccante, patate al forno, stracciata di bufala, spolverata di tarallo mandorle e pepe: la rivedrò?), l’iconica Parmiggiana Stracciata (ragù di melanzane, reggiano, stracciata di bufala) e il Ripeno Riccio al forno (scarola riccia a crudo, fior di latte, alici, capperi, olive nere).

Ragutella Decimo Scalo

La Ragutella

Potrei continuare e senza paura di dovermi fermare: ho assaggiate quasi tutte le pizze fatte e create da Vittorio nei vari anni e per i diversi menù stagionali, poche mi sono sfuggite. Ingredienti di primissima qualità, scelti sul territorio personalmente da Vittorio e Mery. La cura che hanno nel dare un prodotto sempre in linea con la percezione di quello che è diventato Decimo Scalo nel tempo è stata la scelta fin dall’inizio ed è un discorso che si va sempre più consolidando nella gestione della pizzeria.

Anche l’impasto e il panetto nel tempo hanno subito accorgimenti: impasto con farina 0 e farina integrale, lievitazione e maturazione in 72 ore; panetto da 225 grammi: cornicione non più importante, “a canotto” per intenderci, ma meno invasivo comunque ben presente ad arginare le guarnizioni e di un croccante gustosissimo. Impasto di livello, tra i migliori sulla piazza casertana. Ultima visita quasi una settimana fa, con amico, tre pizze in scioltezza.

Diamo carta bianca a Vittorio e arriva la pizza del mese: Bufalo Arricciato con carpaccio di bufalo rinfrescato da scarola riccia a crudo, dadini di primo sale e rinforzato dal croccante del pane “cafone” ben tostato. Deliziosa.

Bufalo Arricciato Decimo Scalo

Poi arriva la sorpresa: testiamo, dopo il primo assaggio di Vittorio e Mery, la futura pizza fuori menù. Eccola: asparagi selvatici vellutati ed essiccati, bufala, pepe macinato fresco e in uscita lonzardo di suino nero, cacioricotta e zabaione.

Delicata, arricchita dal profumo del pepe al primo morso mi ha dato l’impressione di carbonara rivista per palati gentili: a noi è piaciuta davvero molto. A oggi la pizza “senza nome” è stata battezzata Asparigina. Come “dolce” conclusione non poteva mancare la pizza Scarpariello che ci ha dato l’opportunità dell’ultimo sorso di birra ghiacciata. E la serata, un’altra nel mio (nostro) luogo del cuore, può dirsi consumata.

La Don Vittorio

Decimo Scalo, Vittorio e Mery, i vari ragazzi che si sono alternati nel loro gruppo – tra sala e cucina – sono entrati nella mia vita in un momento abbastanza particolare, così come la loro amicizia. Quando è la vita che fa intrecciare percorsi diversi o sguardi nuovi risulterà molto difficile che il tutto possa terminare ed essere dimenticato.

Certo “rincorro” anche altre pizze, in lungo ed in largo, ma quando poi ritorno al Decimo Scalo sento che al primo morso sotto lo sguardo di Vittorio e Mery ricevo il loro perdono a qualsiasi tradimento di gola.

La prima volta che conobbi Vittorio parlammo molto: “ho iniziato come cameriere ma a fine turno con i panetti avanzati imparavo a fare le pizze, le preparavo per lo staff: tutto da solo e tanta gavetta… per me è più di una passione… Amlè io guido la cucina e Mery si occupa dell’andamento della sala: è il nostro sogno, oggi una realtà, la mia pizza è l’insieme di tradizione ed innovazione, cornicione croccante, lieve, ingredienti di qualità […] Decimo Scalo per noi è vita, famiglia, calore, cuore”.

Pizza Margherita Doc di Decimo Scalo a Caserta

Questo è Vittorio Vespignani, maglietta bianca sporca di farina, sincero mentre sorseggiamo insieme una grappa prima della chiusura. Decimo Scalo potrà sembrare piccolo, stretto ma per chi ha cuore sarà sempre immenso, caldo, accogliente.

Questa recensione fa parte della rubrica “I percorsi di gusto di Amjago” di Amleto De Silva, che comprende articoli esperienziali e molto personali in giro per le pizzerie di Roma, e non solo.

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