La recensione della Pizzeria 081 a Milano: da provare!
A Melegnano, in provincia di Milano
Recensione di Pokerman — 2 anni fa
Nei miei anni di mangiate ‘pizzesche’, raramente mi sono avventurato nell’hinterland milanese. I motivi sono vari, ma il principale è sempre stata la logistica: fino a pochi mesi fa mi sempre spostato con i mezzi pubblici e, tra pigrizia e scomodità, solo in casi particolari ho preso la macchina per uscire fuori città.
Dunque le molte pizzerie nei dintorni di Milano per me sono sempre state un serie di nomi noti, quasi mai sperimentati in prima persona. Da qualche tempo però mi sono preso l’impegno di visitare almeno qualcuna delle varie pizzerie che albergano ormai da secoli sulla mia lista di locali da provare.
E una delle pizzerie in cui ero più curioso di andare era proprio la Pizzeria 081 a Melegnano (qua la scheda pizzeria).
La pagina Instagram ben curata, le foto invitanti e i riscontri positivi da parte di clienti erano stati i motivi per cui erano anni – letteralmente – che mi ripromettevo di assaggiare le loro pizze. Tuttavia Melegnano è davvero fuori mano rispetto a dove abito e, finora, 081 era rimasta un sogno nel cassetto. Poi, pochi giorni fa, mi è capita l’occasione di organizzare una serata con dei miei amici che abitano a Piacenza.
Manco a farlo apposta, per evitare di rientrare troppo tardi, mi chiedono se per caso conosco un posto un po’ fuori Milano, magari a sud, in modo da evitare di entrare in città. Ma certo che lo conosco: la Pizzeria 081!
È quindi con grandissima soddisfazione che, in tarda serata, mi presento all’ingresso della pizzeria in compagnia di tre miei amici. Al primo impatto non sono rimasto particolarmente entusiasta: locale molto semplice, quasi spoglio, non troppo grande; il forno subito all’ingresso, ma quasi nascosto dietro a un muro; sacchi di farina a vista e lavagne con le pizze fuori menù appese ai muri. Il personale però è molto cortese e fa accomodare me e i miei amici al nostro tavolo.
Il menù è in linea con il locale: brevissimo, di facile lettura, senza fronzoli e quasi totalmente dedicato alle pizze. Le proposte tradizionali ci sono tutte. A queste si aggiungono una serie di proposte più particolari, ma con abbinamenti tutto sommato classici. Decisamente non è un menù che vuole stupire, ma è un menù che può ingolosire e, per quanto mi riguarda, ci riesce in pieno. Infatti, contrariamente al mio solito, mi concedo anche un assaggio di antipasti.
Non passano neanche cinque minuti dall’ordine che ci vengono portate al tavolo due montanarine da dividere: la prima è una cacio e pepe, mentre la seconda è una classica pomodoro e parmigiano. In entrambe i sapori del condimento sono decisi, ma soprattutto l’impasto è leggero e ben fritto. Non rimane unto e in bocca si scioglie lasciando sentire la cremosità del condimento. Un eccellente inizio.
Il tempo di mettere giù le posate che i camerieri – molto attenti – ci fanno preparare il primo giro di pizze. Carichi dall’antipasto, faccio fatica a fotografare tutto prima che i miei amici si avventino sulle pizze.
Ognuno ha scelto la propria, ma conto sugli scambi di fette per poter assaggiare tutte e quattro le pizze al tavolo. Nel frattempo attacco la mia Salsiccia e friarielli che, all’aspetto, si presenta decisamente invitante. L’assaggio conferma l’impressione: sapori ben bilanciati e una consistenza veramente eccellente. Al morso l’impasto fa sentire la propria tenacia, ma una volta in bocca si scioglie.
La farcitura è buona, non mi entusiasmano i friarielli, ma apprezzo sia la salsiccia che la provola, elemosinando un assaggio delle altre pizze riesco a procurarmene un paio.
La prima è la Zucca (crema di zucca, provola, salsiccia, porcini e olio al rosmarino). Una pizza davvero ottima, meglio della mia Salsiccia e friarielli. Buone le materie prime e, ancora una volta, molto buona la distribuzione: i sapori sono ben bilanciati e si riescono ad apprezzare tutti gli ingredienti.
La seconda fetta che mi viene gentilmente concessa da un mio amico è invece una delle pizze speciali della lavagna: la Tartufo (crema di tartufo, fior di latte, porcini e ancora tartufo, ma a scaglie). Inizio a temere che la mia prima scelta, per quanto buona, sia stata la pizza meno interessante della serata. Quella che ho nel piatto non è una pizza che avrei scelto per paura che si perdesse il sapore dei funghi o del tartufo, ma mi sbagliavo: la Tartufo è un capolavoro di bilanciamenti.
È una pizza dal carattere deciso, che mi ricorda sapori tipici di piatti montani, davvero notevole.
Sul finale riesco a scroccare anche un assaggio della quarta pizza al tavolo. A menù sia chiama Pizza 081 come il locale – non potevo non assaggiarla – e come farcitura ha solo quattro semplici ingredienti: pomodoro giallo, alici, olive e scaglie di caciocavallo. Non posso dire di averla degustata bene perché ne ho potuto mangiare solo un morso, ma si è stato di un morso interessante.
Molto valido il contrasto tra la dolcezza della base gialla e la sapidità degli altri topping.
Mentre i miei amici finiscono la loro pizza, fermo al volo un cameriere di passaggio e chiedo una Capricciosa. Il locale si è in parte svuotato, ma rimango comunque stupito dalla velocità con cui vengo servito. Un’altra cosa che mi stupisce è il cornicione della pizza che mi viene portata, molto più pronunciato rispetto ai precedenti.
Non arriviamo ad avere un vero e proprio canotto, ma faccio fatica a definirla pizza classica. Lasciando da parte le sterili classificazioni, veniamo però al dunque: la pizza è eccellente. A parte la qualità delle materie prime, la base di pasta è persino meglio che nelle precedenti. La stesura più accorta ha permesso di asciugare meglio il prodotto ed in bocca i sapori e i profumi dell’impasto si possono godere al meglio.
Pizze di questo livello non capitano tutti i giorni e anche i miei amici decidono di ordinare un’altra pizza da dividere tra tutti. Un quarto di pizza sicuramente a me non basterebbe, quindi approfitto della presenza del cameriere per chiederne anche un’altra solo per me. Con una rapidità a cui non mi sono ancora abituato, ci arrivano al tavolo le due pizze scelte.
La prima, quella da dividere, è la Parmigiana con, neanche a dirlo, pomodoro, fior di latte, melanzane fritte e parmigiano. Si tratta chiaramente di una pizza goduriosa, di quelle che quando mordi, ti senti felice. Ormai diventa ripetitivo dirlo, ma è buonissima! Livello davvero alto sia nella gestione delle farciture che nella stesura e cottura del panetto.
La seconda, la mia, è una semplice Margherita. Contrariamente a quanto fanno la maggior parte delle persone, raramente alla prima visita prendo una Margherita: è una pizza che, se fatta come dico io, adoro, ma su cui sono estremamente pignolo. Però, viste le pizze precedenti, ho deciso dare alla Margherita di 081 una chance.
Non ne rimango deluso. Personalmente avrei preferito una leggera spolverata di formaggio in uscita, ma la scelta di tenere una base di pomodoro molto leggera non ne fa sentire la mancanza: in bocca la base non prevarica e il tutto non risulta troppo liquido. Pizza promossa, sia a livello estetico che di gusto.
Sarei molto tentato di ordinare un’altra pizza mentre i miei amici si dividono un paio di dolci (Tiramisù e Pastiera napoletana). Facendo due conti però mi rendo conto che sono già a quota tre pizze e mezza. Per quanto mi senta incredibilmente leggero non voglio superare le quattro e, un po’ a malincuore, abbandono l’idea di un’ultima pizza.
Materie prime di buona e ottima qualità, valorizzazione degli ingredienti e bilanciamento delle farciture magistrale. Abbinamenti non solo tradizionali, ma tutto sommato classici che per quanto mi riguarda rappresentano una garanzia. Impasto – ed è la cosa che più mi ha colpito – gestito e lavorato in modo davvero eccellente. 081 ha superato ogni mia più rosea aspettativa. Sia io che i miei compagni di serata siamo rimasti davvero entusiasti di questa nuova scoperta.
Credo di potermi spingere a dire che quelle mangiate in questa serata siano state tra le migliori e più leggere pizze provate quest’anno.
Questa recensione fa parte della rubrica “A spasso con Pokerman” di Giorgio Gemma, che comprende articoli esperienziali e molto personali in giro per le pizzerie di Milano e non solo.