Le pizze di Roberta Esposito a La Contrada (recensione)
direzione Aversa, Caserta, per una pizza tuta al femminile
Recensione di Amleto De Silva — 2 anni fa
La distanza tra Caserta ed Aversa, sia in auto che in treno, vale il tempo di una chiacchiera.
Certo per fare questa chiacchiera bisogna convincere tutta la banda ad abbandonare la zona confortevole ad ombra della Reggia.
Con calma e perseveranza ci sono riuscito anche giocando sul fatto di portare la truppa a provare una pizza ammaccata da una donna. Sradicarli dall’idea del pizzaiolo “pelo e farina” mi è stato gioco facile: il ricordo di Donna Sofia (Loren) che friggeva pizze in quel di Mater Dei li ha convinti.
E così, in una tranquilla serata infrasettimanale, ci siamo avviati in quel di Aversa con meta La Contrada. Confesso che sono partito verso la pizzeria totalmente privo di notizie su come e chi fosse Roberta Esposito, bastava l’entusiasmo di trovarmi a confronto con un’altra donna che gioca egregiamente con acqua, farina e fuoco.
D’altronde la mia folgorazione ad opera di Amalia Costantini di Mater (qui la scheda sul nostro Pizza Advisor) è cosa ben nota: ma questa è tutta un’altra storia. Riesco a comprendere che Roberta è figlia di mestiere nel locale aperto dal papà più di venti anni fa dove ristorante (…cucina affidata al fratello Alessio) e pizzeria convivono senza scontrarsi o sottrarsi meriti.
Piazza Marconi di sera sembra misteriosamente immensa, tra locali e portoni ecco il palazzo antico dove spicca l’insegna: LA CONTRADA.
Mi piace molto la disposizione e come è strutturato il locale all’interno, ci accomodiamo nel cortile esterno che si apre alle spalle del palazzo.
Lo sguardo al menù meriterebbe una maggiore devozione e cercando di mantenere un ragionevole contegno si decide per una degustazione di sola pizza tralasciando i fritti portandola a scusa di un futuro ritorno.
Immancabile sulla tavola una gelida bottiglia di “bollicine”: ci si prepara e “pulisce” il palato nell’attesa della pizza Cosacca.
Cottura in ruoto, un grande San Marzano fa da base ad un saporito pecorino romano. Gusto impeccabile di impasto e condimento, un boccone soddisfacente che ci illumina nell’attesa della prossima: la Diavola.
Ottima cottura e sull’impasto se la contendono gentilmente indiavolati la passata di pomodoro, la spianata calabra ed il fiordilatte di Agerola: una pizza dal morso pieno grazie anche al sapore non “indiavolato” della spianata. Una pizza che adoriamo e che non manca mai nel nostro zigzagare tra pizzerie.
Il momento di riflessione arriva con l’indiscussa regina: la Margherita.
Nelle mani di una donna pizzaiola perde quella “arroganza” che ne fa una indiscussa pietra angolare per guadagnarne in gentilezza tra cottura e gusto. Le idee su come deve o dovrebbe essere si uniscono, si confondono, si equilibrano ma vincitrice ne esce sempre la Margherita. Buonissima, ci ha davvero soddisfatto per sapore complessivo nella perfetta distinzione di ogni ingrediente.
Si prosegue alzando il tiro.. la pizza Tartufo dello Chef con il suo cornicione ripieno di fonduta di grana che fa da barriera al “crumble” di pane al burro, alle scaglie di tuorlo d’uovo marinato, al tartufo ed insieme se la spassano alla grande con il fiordilatte di Agerola.
Una signora pizza, molto calibrata nei vari sapori e dove il tartufo non sovrasta tutto il boccone ma viene fuori alla fine con estrema eleganza.
Mai lasciare la tavola senza il dolce…
La Pizza e Fichi è la conclusione degnissima della serata.
Fosse che amo il gorgonzola fino alla follia ma che goduria questa pizza… fichi canditi piccanti… il crudo di Parma: “GNAMMETE” in una sola parola!
Le aspettative non sono state tradite.
Una pizza con un ottimo impasto, dalla cottura perfetta e dalle giuste dimensioni ci è stata servita nel migliore dei modi possibili dalle mani di Roberta Esposito. Lei sommelier “lo nacque” ma la passione per la pizza l’ha catturata ed affascinata tanto da portarla a sperimentare lievitazioni, maturazioni, idratazioni e farine.
Gioca sul filo del rasoio tra tradizione e gourmet senza farsi prendere la mano da inutili virtuosismi: idee chiare a conferma che la pizza è femmina.
Tralasciando i termini che relegano la pizza nel territorio degli “…ezza” mi trovo a confermare che le donne pizzaiole dominano il bancone davvero in maniera impeccabile.
Se dovessi avere un unico rimpianto sulla serata è quello di non aver potuto conoscere e scambiare qualche idea con Roberta nella mia semplicità di cliente. Però i fritti non li abbiamo assaggiati… quindi bisogna ritornarci ed in quella occasione cercherò di “infastidire” la pizzaiola.
La distanza tra Aversa e Caserta, sia in auto che in treno, vale il tempo di un pensiero.
“L’impasto ammaccato da mani gentili ne rende vellutato anche il boccone impressione o suggestione che sia grazie Roberta Esposito”
Questa recensione fa parte della rubrica “I percorsi di gusto di Amjago” di Amleto De Silva, che comprende articoli esperienziali e molto personali in giro per le pizzerie di Roma, Caserta, Napoli e non solo.