NAPD: la pizza fritta a Tokyo di Hikaru “DiCoprio” Kumakura
dall’amore per Napoli e Maradona ad uno dei pochi locali del genere in Giappone
Recensione di Antonio Fucito — 7 mesi fa
Se c’è una tipologia di pizza ancora poco diffusa in Giappone questa è sicuramente quella fritta, in tutte le sue gustose declinazioni: battilocchio, completa, montanara, graffa; col supporto di frittatine di pasta, crocché e il resto.
In un paese dove la frittura viene utilizzata in maniera estensiva – pensate alla tempura, al tonkatsu e alle altre preparazioni – fa un po’ strano vedere così poche pizzerie che la offrono. Non si tratta di una questione di appetibilità per il consumatore giapponese, quindi, bensì la motivazione va ricercata in una lavorazione che richiede strumenti differenti non sempre disponibili con gli spazi a disposizione, oltre che di conseguenza pizzaioli formati sull’argomento.
In tale contesto NAPD di Hikaru “Di Coprio” Kumakura rappresenta una delle poche pizzerie che propone questo prodotto come offerta principale, e già solo per questo si posiziona tra i posti da visitare a Tokyo per gli amanti, i nostalgici e i curiosi di provare tale tipologia di pizza.
Siamo nel distretto di Minato, che tra le altre cose ospita l’Ambasciata d’Italia a Tokyo e la Camera di Commercio Italiana in Giappone, in un locale le cui tinte azzurre traspaiono in ogni scorcio e dettaglio, anche avvantaggiandosi di uno dei 14 coperti a disposizione.
Questo perché la storia del giapponese DiCoprio – nickname anagramma di un qualcosa che lasciamo scoprire a voi, coniato dagli amici – è egualmente a tinte azzurre e pone le radici negli anni 80 quando è venuto a Napoli e si è innamorato di Maradona. Il suo italiano è buono, compreso quello dei collaboratori, mentre Maradona stesso è presente ovunque, perfino all’interno del merchandise di supporto perché DiCoprio è diventato abbastanza conosciuto tra i tifosi quando ha cominciato a pubblicare contenuti legati alle partite del Napoli su YouTube e Instagram.
Torniamo alla pizza, supportata come da tradizione giapponese da qualche antipasto e primo omaggi alla cucina napoletana, fino ad arrivare a montanare, zeppoline, frittatine, tre pizze fritte ed una una dedicata a Franco Pepe, per finire con la graffa con la Nutella.
Insomma, ci si sente a Napoli con un taglio più giapponese e qualche stereotipo forzato, ma il risultato nel piatto è una pizza fritta assolutamente degna di essere chiamata tale, dal sapore percepibile e ben “asciugata”. Non manca la croccantezza al morso, che incontra un impasto un po’ più tenace e meno ammaliante delle migliori declinazioni partenopee, comunque valido. La frittaitna col manzo waguy è buona ma più compatta; con la graffa e la nutella, infine, si vince facile, ma non per questo il risultato è da disdegnare.
Considerando che DiCoprio ha imparato a fare la pizza da YouTube, per poi provarne tante a Napoli nei suoi giri recenti, il risultato è degno di nota, e dopo il test ad Okinawa, località fantastica ma confinata ad un pubblico “estivo”, NAPD potrebbe rappresentare una luce a Tokyo per tutti quelli che vogliono provare o non possono fare a meno della pizza fritta.