Pico Pizza in Giappone: le pizze più piccole mai create?

La recensione delle pizze d’asporto che in piccola parte ricordano quella nostra a portafoglio

Recensione di Antonio Fucito — 4 giorni fa

PIzzeria & Dining PICO (Enoshima, Giappone)

In Giappone il consumo della pizza al piatto può risultare radicalmente differente rispetto a quello italiano, a partire dal fatto che raramente viene consumata in solitaria, bensì divisa a spicchi e condivisa tra i commensali. Questo perché spesso la pizza fa parte di un pranzo o una cena che comprende primi, secondi e perché no, dolce, proprio come se fosse una portata di un percorso e per questo, come detto, condivisa tra più persone.
E ancora, nonostante i prezzi più alti rispetto alla media per quanto riguarda ad esempio la Margherita (10-15€) il panetto di impasto raramente raggiunge i 200 grammi, arrivando nel piatto sotto forma di una pizza di taglia S con cornicione poco pronunciato che facilmente può essere raddoppiata se ancora affamati.

Fatte queste doverose premesse, in una città come Tokyo e in tutto il Giappone c’è una varietà assoluta di pizzerie, quasi sorprendente: repliche esatte di pizzerie napoletane, posticini col solo bancone davanti al forno, pizzerie fai-da-te nell’ordinazione con macchinette tipo quelle delle bibite e del ramen, pizzerie in mezzo a un lago oppure nel punto più alto di un isolotto, al trentottesimo piano di un grattacielo o al servizio di un ristorante stellato. Insomma, un’offerta pazzesca che fa il paio con un paese che abbraccia una moltitudine di influenze culinarie e dove il cibo è presente a qualsiasi ora.

In questo articolo mi focalizzo su Pizzeria & Dining PICO ad Enoshima, a pochi passi dall’omonimo isolotto che rappresenta una meta obbligata per gli abitanti e i turisti che hanno base a Tokyo, raggiungibile in circa 90 minuti di treno con l’ultima tratta che può comprendere tra le varie soluzioni anche una bellissima traversata in monorotaia sospesa nel “vuoto”.
Questa pizzeria da un lato offre una pizza di taglia S da consumare al tavolo, dall’altro ha deciso di creare un format differente e se vogliamo “divertente” per quanto riguarda la pizza d’asporto, sotto forma di pizze(-tte) che catturano l’attenzione per la loro estetica e fungono da “snack” per provare l’amato disco di pasta.

Come si vede dalle foto le dimensioni sono decisamente ridotte e l’offerta che comprende quattro pizze tra le quali ovviamente la Margherita, proposta secondo il cambio attuale a circa 4€ (648yen). Viene servita in un mini cartone per essere consumata con una mano ed è disponibile anche in versione frozen da rigenerare a casa, un altro trend in rapida espansione in Giappone.

Alla prova del morso mi è sembrata l’interpretazione più spartana e in chiave giapponese della nostra pizza a portafoglio, per quella semplicità di preparazione e profumo proveniente dalla cottura ultimata in forno, con l’impasto un po’ più consistente rispetto a quello di una pizza al piatto ma comunque morbido nell’affondo. La mozzarella soffre una cottura difficile date le dimensioni del disco di pasta, il sapore del pomodoro tende al dolce ma comunque risulta piacevole complessivamente.

Un’esercizio di stile kawaii che tanto piace ai giapponesi i quali, come notato in prima persona, vengono catturati dall’estetica di questa pico-pizza e di come viene presentata già all’esterno del locale, grazie a riproduzioni in resina che verrebbe voglia di collezionare e che sono presenti in tantissimi ristoranti di stampo giapponese, vero e proprio elemento distintivo che balza all’occhio appena messo piede da queste parti.

Tra un takoyaki, uno spiedino di tonno o un dango, la pico-pizza quindi può essere vista come una simpatica alternativa prima di affrontare le tante scale che separano dai templi più alti di Enoshima Island, oppure un piccolo riconoscimento dopo la fatica per averli raggiunti.

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