C’è una consuetudine non scritta per il turista italiano che va all’estero: dopo alcuni giorni di cibo locale, sente assolutamente il bisogno di mangiare in un ristorante italiano, un po’ come quando si ha l’esigenza di sentire i propri genitori a cadenza regolare.
Viceversa, la cucina italiana ha sempre una grande presa fuori dall’Italia, viene considerata di livello e permette di saggiare una parte delle pietanze di cui andiamo tanto orgogliosi, soprattutto quando vengono preparate con dovizia anche così lontano.
Napoli STA’ CA” a Tokyo risponde perfettamente ad entrambe le esigenze, non appena entrati si viene proiettati in una diretta e classica estensione di Napoli a 10.000 km di distanza, una pizzeria con cucina che richiama le origini del proprietario Giuseppe Errichiello dai colori al personale fino alle sciarpe del Club Napoli Nippon, fondato nel 2013 proprio nella città più rappresentativa del Giappone.
L’allegria, il modo di fare conviviale e l’offerta del menu confermano tale spirito: in questo articolo vi parlo della sede originale di Kamiyacho, a due passi dalla suggestiva Tokyo Tower, un locale piccolino con qualche posto anche all’esterno e l’inizio dell’avventura di Peppe Errichiello arrivato in Giappone oramai 15 anni fa. In seguito è arrivata la sede di Komazawa, un po’ più grande ma che segue bene o male gli stessi stilemi della prima. E, udite udite, entro fine anno Giuseppe dovrebbe aprire una terza pizzeria, questa volta dal taglio decisamente più ricercato ma con un bancone che non dimenticherà le origini del proprio progetto-pizza.
In Giappone la pizza viene spesso consumata all’interno di una degustazione più ampia, che comprende antipasti, un primo e magari anche un secondo, fino all’immancabile dolce; anche per questo non mancano i succitati piatti all’interno del menu, fondamentali per accontentare il pubblico giapponese e per variare l’offerta.
Ne vedete un piatto in foto ma qui siamo su Garage Pizza e quindi ci concentriamo sul disco di pasta, che nel corso degli anni ha subito diverse evoluzioni da parte di Giuseppe Errichiello: prima super classico con impasto diretto, poi la “sperimentazione” con la biga, adesso una versione che richiama gli stilemi moderni, con un cornicione pronunciato e alveolature importanti a testimoniare maturazioni e lievitazioni più lunghe.
Nel recente giro di Tokyo immancabile un altra prova, partita come sempre dalla Don Salvo – cavallo di battaglia – ovvero una Margherita con gli angoli ripieni di ricotta:
Poi la versione di Giuseppe della Marinara, con riduzione di pomodoro cotto per tre ore e frullato, pomodorini ciliegino secchi e pomodori gialli semisecchi marinati in olio evo e spezie. A completare olive taggiasche e in uscita filetti di alice, olio all’aglio e origano:
La JP Marghe è la pizza dedicata alla vecchia bandiera del Giappone: fiordilatte, all’uscita una riduzione di pomodorini gialli in tre versioni, freschi, secchi e semisecchi, ai quali viene aggiunto un po’ di miele seguito prima della frollatura, per avere una crema. Al centro riduzione di salsa pomodoro e poi olio al basilico:
Qui sotto invece la pizza Calabria, con salsa di pomodoro, salame piccante e fiordilatte; in uscita ricotta cremosa con Nduja e filetti di peperoncino:
Dulcis in fundo, il classico Ripieno Napoletano con ricotta e salame dolce:
La cosa che ho notato sin dalla mia prova di questa pizzeria nel 2015 è stata un miglioramento costante del prodotto, dall’impasto al bilanciamento dei sapori, passando per lievitazione e maturazione. Il morso è piacevole all’affondo fino alla fase di espirazione, la cottura adeguata: ad oggi Napoli STA’ CA” in Giappone rappresenta un porto sicuro per tutti quelli che hanno nostalgia di casa, sono di passaggio o provengono da altre culture. Troveranno innanzitutto un’ottima pizza e cucina italiana, poi uno spaccato “di casa” o diverso dai ristoranti giapponesi.