Quarantotto, quando la pizza fa casino (di gusto)

A Roseto degli Abruzzi una pizzeria assolutamente da provare

Recensione di Andrea Bevilacqua — 2 mesi fa

Alici (pizzeria Quarantotto, Roseto degli Abruzzi)

Quando si pensa all’Abruzzo, gli amanti della buona cucina evocano il sapore inconfondibile degli arrosticini di pecora, la consistenza unica delle pallotte cacio e ova, polpette a base di formaggio e uova, e le dolci armonie del parrozzo, il tipico dolce a cupola con cioccolato e mandorle. Ma tra spiagge e borghi abruzzesi si nascondono anche piccoli gioielli che declinano su pizza i migliori sapori della tradizione locale.

Per questa recensione siamo arrivati fino a Roseto degli Abruzzi, splendida località balneare in provincia di Teramo, nota anche come Lido delle Rose, tra i principali centri turistici della Riviera Abruzzese. Come molti comuni del centro Italia, Roseto divide la sua storia tra mare e collina. Nella zona alta si possono ammirare chiese storiche e il Museo Civico della Cultura Materiale, dove rivive la memoria degli strumenti e degli attrezzi da lavoro tipici della vita rurale.

Non lontano dal Lungomare Roma, in Via Nazionale, si trova Quarantotto, un locale giovane nato nel 2024 e dall’animo rivoluzionario, come suggerisce il nome e il motto ben visibile sulla parete del secondo piano: “Facem nu Quarantotto”, ovvero “Facciamo casino”. Appena entrati, si percepisce un’atmosfera elegante e inquadrata, evidente nella cascata d’acqua che bagna il logo del locale e nella mise en place dei tavoli, minimale e funzionale. L’esperienza è accompagnata da uno staff giovane e cordiale.

La filosofia di Quarantotto punta a valorizzare le eccellenze locali, contaminandole con gusti e suggestioni di altre culture. Un esempio lampante sono gli antipasti: per questa esperienza abbiamo provato due viaggi Italia–Giappone. Il primo è il Katsu Sando (7€), un sandwich di pan brioche con cotoletta di maiale nero abruzzese e salsa teriyaki. Il secondo, i Gyoza della domenica (8€), ravioli fritti ripieni di ragù con Parmigiano Reggiano stagionato 40 mesi. Il tutto accompagnato dal loro immancabile cacio fritto (6€), omaggio a una terra dove la tradizione culinaria nasce dalla pastorizia. Esperimenti interessanti e ricchi di gusto, un mix di fritti che non appesantisce il viaggio gastronomico, anzi: invita ad “allacciarsi” le papille gustative e partire.

Passando alla pizza, Quarantotto propone tre versioni: la tonda contemporanea, con impasto idratato al 75–85% e doppia cottura; la pizza in pala, stirata romana da 300 grammi, con pre-fermento e impasto contenente il 10% di farina di riso; e i padellini, con impasto a base di farina 0 e 00, fermentato in biga per 24 ore e sottoposto a tripla cottura. Gli abbinamenti variano in base al formato: le proposte più classiche sono disponibili solo su pala, mentre quelle più ricercate si trovano nelle altre varianti. Ogni pizza offre un mix di sapori equilibrato e punta sulla valorizzazione degli ingredienti tipici abruzzesi, dalla ventricina vastese al Pecorino di Farindola.

Iniziamo con la Margherita classica, realizzata in pala e proposta a 8 euro: gustosa, con impasto scrocchiarello e ottimi ingredienti di base. Perfetta per chi vuole scoprire la pizza “sottile” del Centro Italia. Il palato resta piacevolmente sorpreso a ogni morso e invita a godersi il tutto con calma. Anche tiepida o fredda, mantiene la sua consistenza. Non di rado la semplicità può essere un ostacolo, ma non è questo il caso.

La seconda scelta è una delle pizze più diffuse al mondo e troppo spesso mal interpretata: la Napoli, una tonda contemporanea da 11 euro, con pomodoro, mozzarella di bufala campana DOP e alici di Cetara. Anche qui, grazie alla doppia cottura, il crunch accompagna ogni morso. L’alice, in questi casi, è la cartina tornasole tra una buona esperienza e una pizza mediocre. E con Quarantotto possiamo dire che la prova sui classici è superata.

L’ultima sfida è stata una delle pizze stagionali, dove la creatività del pizzaiolo sperimenta abbinamenti particolari. Come nel caso della Novembre, tonda contemporanea con crema di zucca Delica, carpaccio di Black Angus affumicato, fonduta di Pecorino di Farindola e granella di nocciole, proposta a 16 euro. L’impasto è lo stesso della Napoli, croccante e gustoso. Se proprio dovessimo fare un appunto, il cornicione risulta un po’ troppo generoso in relazione al condimento. Per quanto riguarda la selezione di sapori, invece, siamo rimasti piacevolmente sorpresi: il Pecorino di Farindola, Presidio Slow Food, accompagna perfettamente la dolcezza della zucca e la leggera affumicatura del Black Angus.

Le pizze di Quarantotto si collocano tra le migliori di quelle che abbiamo provato in terra abruzzese. Apprezzabile la ricerca sugli impasti e la selezione degli ingredienti, con particolare attenzione alle eccellenze regionali. Una tappa obbligata per chi vuole cambiare palato tra un arrosticino di pecora e una pallotta cacio e ova.

Cosa mi è piaciuto (+)
Impasto di qualità per ricerca, lavorazione e consistenza
Sapori (classici e innovativi) di qualità ed equilibrati
Ambiente accogliente ed elegante

Dubbi (-)
Un cornicione meno imponente andrebbe a migliorare l’esperienza gustativa
Selezione dei dolci ridotta