Recensione Pizzeria Maturazioni: davvero la Pizza è femmena?
abbiamo provato la pizzeria di Antonio Conza e Gabriella Esposito
Recensione di Filippo Melillo — 3 mesi fa
Ci sono poche pizzerie in grado di arrivare così alla ribalta grazie ad una mirata campagna sui social come successo per Maturazioni a San Giuseppe Vesuviano. La pizzeria che vede al comando-pizza Antonio Conza e in sala Gabriella Esposito è diventata piuttosto conosciuta sui social grazie ai video di quest’ultima che, ammiccando in camera e trattando la materia prima in maniera “sui generis” sfruttando anche le tendenze social più utilizzate in tal senso, si è fatta conoscere ulteriormente dai clienti e addetti ai lavori.
Il claim di Maturazioni è A pizz è femmena e noi di Garage Pizza, pur avendo criticato tale tipo di comunicazione in un articolo di più ampio respiro intitolato “Sfruttare il corpo femminile per comunicare la pizza: siamo ancora a questo?” (lo potete leggere a questo indirizzo) non possiamo non riconoscere che una presenza così verticale sui social abbia aiutato nel far conoscere questa pizzeria al di fuori dei confini del proprio paese.
Ad ogni modo mi sono ritrovato assieme ad alcuni colleghi e appassionati di pizza per una consueta uscita alla scoperta di pizzerie non ancora visitate. Da Maturazioni, quindi, un locale che a primo impatto si presenta gradevole, con un parcheggio esterno un po’ sottodimensionato ma comodo se siete fortunati nel trovare posto, altrimenti vi tocca parcheggiare in una delle vie esterne al locale. La pizzeria presenta due ambienti totalmente diversi: una zona esterna che ricorda più un “bar un po’ più figo” ed una zona interna nettamente diversa, ordinata, pulita, con qualche attestato e premio in bella mostra.
Gabriella non era presente quella sera a gestire la sala, in generale il servizio è molto giovane, a tratti un po’ confuso ed impacciato soprattutto quando abbiamo ordinato i vini da una cantina invero piuttosto scarna, ma devo dire nulla di particolarmente problematico.
Iniziamo la cena, ovviamente, con un assaggio di fritti. In particolare un crocchè di patate che ho trovato sfizioso per via della sua panatura molto croccante; e due frittatine di pasta differenti, che invece non mi hanno soddisfatto per via del loro sapore un po’ blando e per la loro composizione troppo “impastata”.
Per quanto riguarda la pizza siamo partiti da quattro varianti realizzare al forno, prima di dirigerci su impasti differenti.
La prima è stata Capriccio di Gabriella, 13.50€ per fior di latte, prosciutto cotto, salsiccia secca piccante, olive taggiasche, spicchi di carciofi arrostiti in olio funghi trifolati di stagione, pomodoro pelato arrosto.
Poi la Super Provola e Pepe, 11€ per pomodoro San Marzano Dop, pomodoro pelato al forno, provola affumicata, stravecchio di bruna alpina, pepe nero, basilico, olio di Caiazzo.
E ancora, la Ciummo – 12.50€ per peperoncini verdi saltati con pomodorino rosso, salsiccia, provola, caciocavallo all’uscita – e infine l’immancabile Margherita, realizzata per 7€ con pomodoro San Marzano Dop, fior di latte, basilico, olio di Caiazzo.
L’impasto si presenta bene, con una stesura talvolta “creativa” ma nulla che possa considerarsi un errore. Si vede che è indiretto, ha una bella cottura ed un sapore gradevole, con una sapidità non particolarmente spiccata.
Per quanto riguarda gli abbinamenti, ho ravvisato con gli altri commensali una sproporzione e quindi disequilibrio gustativo degli ingredienti sulle pizze, in alcuni casi sovrabbondanti – come ad esempio il pomodoro – in altri poco incisivi, come il pepe che aveva pochissima persistenza.
Solo elogi invece per la capricciosa, che ho trovato molto piacevole e ben dosata in termini di sapidità ed equilibrio complessivo.
Passando gli altri impasti, abbiamo optato per una pizza nel ruoto con parmigiana (12€), che purtroppo non ci mi convinto: l’impasto infatti non presentava caratteristiche di rilievo e gli ingredienti anche in questo caso non erano ben proporzionati, per finire con un morso poco incisivo nel ricordare una “parmigiana” vera e propria.
Successivamente è stato il turno di una pizza al padellino (13.50€), ripiena di porchetta, provola, patate al forno con crosta di Stravecchio di Bruna Alpina: ingredienti buoni, impasto invece un po’ troppo asciutto.
La cena si è conclusa con un assaggio delle pizze dolci, prima fritte e poi al forno. L’aspetto è molto da “food porn” e le quantità di ingredienti presenti su di esse, giocoforza, molto sbilanciata sulla componente zuccherina che di fatto, restituiva un sapore monocorde. Dal trancio con cioccolato bianco, biscotto salato, zucchero a velo; a quello con ricotta dolce , riccioli di cioccolato fondente , arancia candita , granella di pistacchio , zucchero a velo – tutti proposti a 5€ – mancavano di quell’equilibrio e piacevolezza al palato ancora più importanti quando la pizza dolce arriva a conclusione di un pasto completo.
I prezzi sono nella norma per una pizzeria a conduzione familiare che ha denotato diversi errori grossolani i quali, bisogna però aggiungere, sono assolutamente e banalmente risolvibili con la giusta attenzione. Tornando alla domanda che ci facciamo all’inizio dell’articolo, è impossibile non notare un deciso “scollamento” tra cosa viene comunicato online è cosa è possibile trovare in questa pizzeria, che tra l’altro si trova in una zona molto vocata per la pizza e dove la concorrenza di qualità è piuttosto serrata.
Cosa mi è piaciuto (+)
Impasto valido per lavorazione e sapidità
Alcuni abbinamenti saporiti ed equilibrati, come la Carpicciosa
Dubbi (-)
Altri abbinamenti invece sono poco incisivi o sproporzionati negli ingredienti
Padellino, Pizza nel ruoto e pizze dolci hanno diverse sbavature
