Recensione di Kebest, la kebabberia di due noti influencer

aperta a Napoli, nel quartiere collinare del Vomero

Rubrica di Antonio Fucito — 1 mese fa

Sono stato da Kebest – il kebab fit&fat, nuovo progetto di Giovanni Fois e Gian Andrea Squadrilli che ha aperto a due passi da Piazza Vanvitelli, nel quartiere Vomero di Napoli.

Si tratta di un locale principalmente di asporto con qualche tavolino all’esterno, l’offerta prevede alcune pietanze “Fit”, con indicate le calorie complessive e lo spaccato, e altre “Fat”, per giocare anche sul dualismo dei due fondatori e le loro rispettive fanbase.

Ho provato un po’ di cose a partire dalle patatine fit, che purtroppo risultavano troppo molli e con poco sapore, nel primo caso forse a causa del fatto che non erano state fatte sul momento e, con la friggitrice ad aria, è un attimo a perdere una buona consistenza.

Il KeMemly è il prodotto che mi è piaciuto di più, invece, composto da pane fit triangolare, kebab di sovracoscia di pollo giallo senza pelle, insalata, pomodoro, cipolla, smashed avocado, salsa memly a base di formaggio proteico, lime e rosmarino. Il pane infatti era buono come consistenza, gli ingredienti generosi e ben equilibrati tra loro, al punto da sentirsi distintamente e donare un buon sapore complessivo pur mantenendo l’apporto calorico ridotto.

Il KeCrispy (piadina grigliata con kebab di sovracoscia di pollo giallo, salsa crispy, fonduta di cheddar, bacon croccante e stick di patate fritte), viceversa, era molto sbilanciato come sapidità complessiva, lasciando anche un bel po’ di salato in bocca. La piadina che avvolgeva gli ingredienti era buona di consistenza, nella media per il resto.

La spesa complessiva è stata pari a 19,40€, comprensivi di una bottiglietta d’acqua, un prezzo medio-alto ma c’è da considerare che siamo nella zona benestante del Vomero.
Complessivamente mi è piaciuta l’idea del “Fit-Fat”, ma solo nel primo caso sono rimasto soddisfatto, al netto delle patatine invece bocciate.
Il target è ovviamente molto giovane e parte innanzitutto dai follower dei rispettivi fondatori, però nel confronto inevitabile con altri “kebab store” a Napoli, originali o che propongono contaminazioni, si posiziona nel mezzo: vale una prova per le considerazioni di cui sopra, difficilmente una seconda.


Questo articolo fa parte della sezione “Altri Mondi” nella quale ogni tanto facciamo una capatina in altri campi e argomenti oltre quelli legati strettamente alla Pizza.

Lascia un commento