I record mondiali sulla Pizza, nel Guinness dei Primati e non
Dalla più lunga alla più costosa, passando per le performance estreme: un viaggio alla scoperta dei primati del nostro piatto preferito!
Rubrica di Giuseppe A. D'Angelo — 2 anni fa
La pizza è il piatto per eccellenza simbolo della concordia planetaria: la mangiano tutti, ogni paese con la sua versione, e tutti la ritengono il comfort food più delizioso (per gli italiani anche il cibo più consolatorio) che ci sia.
Tale piatto non può che prestarsi bene a essere il soggetto di un altro argomento mondiale: il Guinness dei Primati.
In questo articolo vogliamo elencare i record di cui è stata protagonista la pizza. La maggior parte sono nel magico libro, ma ne abbiamo elencati anche un paio non ufficializzati, che non potevano non far parte di questa nostra rassegna.
Le dimensioni contano
Impossibile dimenticare quell’enorme evento da record che fu la pizza più lunga del mondo sul lungomare di Napoli. Nel 2016 venne certificato l’ingresso nel libro dei primati grazie a una pizza lunga 1853.88 metri, realizzata dalle mani di 250 pizzaioli. Peccato solo che, appena un anno dopo, il record ci sia stato portato via dagli americani: la pizza venne realizzata nella città di Fontana, in California, per una lunghezza pari a 1930.39 metri. Ancora oggi tale record è imbattuto, ma consoliamoci: noi l’abbiamo realizzata sotto gli occhi di migliaia di persone con lo sfondo di uno dei panorami più belli del mondo. Loro, all’interno di un autodromo isolato.
C’è da dire inoltre che gli italiani detengono con orgoglio il record della pizza più grande del mondo: 1261.65 metri quadrati, realizzata nel 2012 alla Fiera Roma da alcuni pizzaioli della NIP Food. Nel 2018, invece, la catena Rossopomodoro, in collaborazione con APN, ha realizzato la pizza fritta più lunga del mondo: 7.5 metri.
Esiste anche il calzone più lungo del mondo: realizzato nel 2019 al Vaughan Pizza Fest in Ontario, Canada, misurava 18.22 metri.
Che performance!
Nel 2016 Brian Edler, pizzaiolo da Domino’s a Findlay, negli Stati Uniti, realizzò ben 206 pizze in un’ora. Ma se guardiamo ai grandi numeri, i più interessanti sono i record collettivi. Nel 2017 A Roma, in un’ora, 56 pizzaioli hanno sfornato 1.500 pizze, mentre nel 2018, a Buenos Aires, sono state realizzate 11.089 pizze in 12 ore dalla Asociación Propietarios de Pizzerías y Casas de Empanadas de la Argentina.
A proposito: sapete che c’è la possibilità di stabilire un record simile anche nell’arco di 24 ore? Il Guinness mette a disposizione la scheda per candidarsi: nessuno lo ha mai fatto prima.
C’è chi, in tempi pre-Covid, ha deciso di organizzare dei pizza party da record: nel 2019 l’Istituto Romano di Pizza ha radunato ben 1.046 persone per mangiare uno spicchio assieme. Con la pandemia in corso, eventi del genere non sarebbero più possibili, giusto? Sbagliato: un altro record tutto americano è stato stabilito nel 2020, con 907 persone che mangiavano pizza in conference call.
Tra l’altro, la pizza è stata sempre una delle categorie privilegiate per le gare di cibo, nelle quali i partecipanti si sfidano a ingozzarsi di quantità smisurate nel minor tempo possibile. I “mangiatori professionisti” Joe Chestnut e Pat Bertoletti si sono sfidati costantemente su diversi alimenti, scippandosi i record a vicenda: nel 2008 Chestnut ha mangiato 45 fette di pizza in 10 minuti, ma è stato battuto poche settimane dopo da Bertoletti che ne ha mangiate 47. Intanto, nel 2015, il filippino Kelvin Medina è entrato nel Guinness mangiando un’intera pizza di 30 cm in soli 23.62 secondi!
C’è chi non si accontenta di un record, ma ne vuole due: Joe Carlucci, pizzaiolo statunitense, ha prima ottenuto nel 2006 quello per il lancio più alto dell’impasto, a 6.52 metri; per poi ottenerne un altro nel 2017 facendo roteare il disco di pasta più grande – 72 cm di diametro – per un minuto. Il mitico Tony Gemignani, poi, lo ha superato: è riuscito a tenere in rotazione un disco di pasta di 84.33 cm per due minuti.
E ancora, c’è chi le scatole di pizza le chiude con estrema velocità, come l’americano Randy De Gregorio che nel 2020 ne ha chiuse 18 in un minuto (battendo il precedente record dell’italiano Alessandro Venoni, che ne aveva chiuse 14… altro primato scippato).
E c’è chi invece le colleziona: Scott Wiener, famoso per i suoi pizza tour di New York, nel 2013 è entrato nel libro dei Guinness grazie a una collezione di 595 scatole di differenti paesi. Un altro che colleziona oggetti in tema pizza è Brian Dwyer di Philadelphia, che nel 2011 ha certificato i suoi 561 gadget.
Consegne estreme
Nel 2016 Pizza Hut, per celebrare l’apertura del suo centesimo store in Tanzania, organizzò una consegna di pizza molto particolare: fece partire una pizza dal suo ristorante, situato a 745 metri di altezza, per farla arrivare in cima al Kilimangiaro. Ci sono voluti quattro giorni, uno zaino per le consegne speciale e un team di esperti scalatori, ma alla fine la pepperoni pizza ha raggiunto l’altitudine di 5.897 metri. Forse sarà arrivata un po’ freddina, ma vuoi metterla mangiarla di fronte al panorama che si può ammirare da lassù?
Pizza Hut non è nuova a queste iniziative pubblicitarie: nel 2001 riuscirono persino a mandare la prima pizza nello spazio. Una consegna effettuata per la Stazione Spaziale Internazionale, dopo un’attenta ricerca per capire come conservare la pizza sotto vuoto e farle mantenere tutti i sapori una volta riscaldata a distanza di 60 giorni. E sapete cosa saltò fuori? Che per esaltarne il gusto il salame italiano era molto meglio dei famigerati pepperoni: ma guarda un po’. Peccato che i giudici del Guinness non potevano essere presenti per certificare il record, perché questa sarebbe stata ufficialmente la consegna all’altitudine più elevata.
In tema altre consegne da record, per la festa del 4 luglio del 2012 vennero consegnate tutte insieme 30.000 pizze ai militari americani di stanza in varie basi in Afghanistan. Nel 2006, invece, un fattorino effettuò la consegna più distante: da Madrid, in Spagna, a Wellington, in Nuova Zelanda, coprendo ben 19.870 km.
Solo per ricchi
Non potevamo che chiudere con le pizze più costose, dal momento che il prezzo è sempre argomento di grandi dibattiti. Nel 2020 ha fatto scalpore la Figazza Luxury di Dino Forlin, a Vicenza: 2.000 euro per una pizza da 144 ore di lievitazione, condita con foglie d’oro commestibile, burrata artigianale e due varietà di caviale. In realtà, nel prezzo rientrava anche una bottiglia di Dom Perignon e il servizio composto da posate d’oro: venne annunciata dai giornali italiani come la pizza più costosa del mondo. Ma impropriamente.
Perché in realtà il record certificato è del 2017, e appartiene alla Industry Kitchen di New York. In questo caso, il costo era tutto “giustificato” dalla singola pizza: una certa quantità di caviale e di tartufi d’alto pregio, unita a lamine d’oro da 24 carati, la posizionano a menù al prezzo di 2.700 dollari.
Ancora più costosa, però, fu la pizza realizzata da Domenico Crolla nel 2007 per la premiere del film di 007 Casino Royale. Non tanto per il suo costo di produzione, quanto per il fatto che fu venduta a un’asta di beneficenza per la cifra di 3.700 dollari.
Insomma, avete notato un certo andamento leggendo quest’articolo? I record si sono giocati quasi sempre tra italiani e americani. Un giorno dovremmo cercare di stabilire un primato ancora superiore: qual è tra i due il popolo che ama la pizza di più al mondo?