San Valentino (e le festività) in pizzeria col menù fisso: pro o contro?

Da qualcuno osteggiato, da altri amato, alla fine è impossibile dribblare questa data: come ogni anno, è giunto San Valentino. Il 14 febbraio, nel corso degli anni, è diventato sempre più un giorno dedicato alla celebrazione degli innamorati: di chi o di che cosa, poco importa. Nel nostro caso, rompiamo le riserve e dichiariamo apertamente il nostro amore per la Pizza.

Se i film americani “college style” ci hanno insegnato che un San Valentino come Dio dell’Amore comanda va festeggiato con una scatola di cioccolatini, fiori e film al drive in, qui in Italia siamo decisamente andati fuori da quel sentiero e dedichiamo sempre più spazio a festeggiamenti di San Valentino squisitamente a tema gastronomico. Facile da immaginare come le pizzerie giochino un ruolo predominante in questo fiorire di cene a tema: ad un costo spesso contenuto (la spesa media può aggirarsi tra i 20 euro ed i 35 euro a persona) ci si può permettere di trascorrere la serata. Poco importa che si vada in coppia, oppure in gruppo: il senso è quello di festeggiare l’amore nel senso più vasto possibile. Questo è ancora più bello davanti ad una pizza, no?

Nella maggioranza dei casi, San Valentino in pizzeria prevede un menù fisso: antipasto, pizza (a scelta dal menù, ma qualcuno fa anche pizze dedicate), dolce, bibita a scelta.
Ma ha senso proporre dei menù fissi per San Valentino, senza lasciare possibilità di scelta alla carta? Sicuramente per i ristoratori sì, innanzitutto per motivi organizzativi ed economici: vediamone insieme qualcuno.

Proviamo a fare due conti rapidi, invitiamo i ristoratori a correggerci. Una pizzeria con 70 coperti, cioè una pizzeria media di quelle attuali, prevede il sold out per la sera di San Valentino, con menù fisso (antipasto, pizza, dolce e bibite). Con un inizio serata alle 20.30, è facile pensare che quei tavoli saranno occupati per tutta la serata e non ci sarà un secondo turno, in quanto gli innamorati vorranno sicuramente prendersi del tempo in più a tavola per scambiarsi eventuali doni, ma anche soltanto per chiacchierare. Quindi, si tende a ragionare in ottica di turno unico, dove far rientrare tutti i costi della serata. Da non sottovalutare l’aspetto organizzativo e del food cost.

Pizza a forma di cuore che abbiamo provato in Giappone

Proviamo ad immedesimarci nel cliente, quali noi siamo in realtà: tranne casi di pizze dedicate esclusivamente alla serata di San Valentino, la scelta è tra una o più pizze selezionate dal menù e questo fa storcere il naso. Oltretutto, potrebbe non esserci la possibilità di variare una o più componenti nel menù (oppure questa opzione è possibile soltanto previa comunicazione telefonica). Diciamo che in pizzeria, e parliamo di pizzerie medie, non è ancora contemplata l’eliminazione del menù alla carta, favorendo l’estro totale del pizzaiolo. Che ci piaccia o meno esistono ancora persone, tante persone, che amano fare variazioni alle proprie pizze, inventarne di proprie, selezionare questo o quell’ingrediente.

Insomma, di pro e di contro sui menu di San Valentino ce ne sono a bizzeffe: anche una scarsa, scarsissima fantasia nell’implementare i menù della serata rispetto alle proposte dei menù fissi, che spesso si limitano alla “pizza a scelta” ed un dolce che sovente non si discosta da quelli proposti normalmente tutte le altre sere. Per farla breve, la solita cena si “rischia” di pagarla in media un 20% in più.
Sarebbe bello sentire il parere di clienti e ristoratori. Clienti, siete soddisfatti dei menù di San Valentino proposti dalle pizzerie? Quale avete scelto, perché? Ristoratori, siete felici del numero di prenotazioni?

Che scegliate di festeggiare o meno, con un menù da pochi euro oppure da “pizza stellata”, l’importante è amarsi, sempre.
E soprattutto, amare la buona pizza.

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