La parte più cotta della pizza non è cancerogena, l’ennesima conferma
Potete gustare la parte bruciacchiata tranquillamente
News di Nicola Gargiulo — 1 anno fa
L’Accademia dei Georgofili, storica istituzione fiorentina che promuove gli studi di agronomia, selvicoltura, economia e geografia agraria, rassicura tutti i mangiatori seriali di pizza: possono gustare tranquillamente la parte più cotta del noto alimento senza incorrere in nessun problema per la salute. Questo in risposta alle dichiarazioni volte al rigonfio e spesso delizioso bordo del cornicione, accusato di essere cancerogeno per via dell’acrilammide, una sostanza notoriamente cancerogena e pertanto nociva per la salute che si forma durante i processi di frittura e abbrustolimento. Dopo l’effetto del lievito nella nostra pancia, quindi, smentiamo anche questa congettura.
In salvataggio di questa “ardente” diceria arriva l’Accademia dei Georgofili di Firenze che nel corso del convegno “Pizza napoletana tra tradizione e innovazione” hanno voluto specificare la questione con le parole di Mauro Moresi: “La pizza napoletana non è un alimento pericoloso da mangiare, è sicura. Non ci sono problemi nel mangiare la parte che noi consideriamo più bruciacchiata”.
Ma per la questione “acrilammide”?
Moresi discute ovviamente anche dell’acrilammide all’interno del noto disco di pasta: “La quantità di acrilammide nel prodotto e nel bordo, ovvero la parte più esposta a temperatura alte, è molto bassa, come dimostrato dai gruppi di ricerca dell’Università di Napoli e della Tuscia. Il motivo è legato al tempo di cottura della pizza nel forno a legna, molto basso, in genere sui 90 secondi. Quindi possiamo affermare con certezza che la pizza napoletana è sicura.
Gli studi dimostrano che la superficie della pizza che si brucia è inferiore al 3% sulla quantità di peso e non per unità di superficie. Quindi possiamo mangiare tranquillamente la pizza”.
Sapevate che noi italiani amiamo l’associazione Pizza/Birra?