Ristoranti e pizzerie, i numeri di un settore devastato dalla pandemia

Numeri e informazioni che emergono dal rapporto annuale della Federazione Italiana Pubblici Esercizi

News di Tommaso Stio — 4 anni fa

Sala (L'Antica Pizzeria Da Michele Palermo)

All’indomani dell’ultimo decreto del Presidente Draghi che ha disposto nuove aperture e qualche allentamento alle misure anti-contagio, è stato pubblicato il Rapporto annuale per quanto riguarda il settore della ristorazione – quindi bar, pizzerie e ristoranti – dell’Ufficio Studi della Federazione Italiana Pubblici Esercizi, l’associazione leader nel settore della ristorazione, dell’intrattenimento e del turismo.

Nell’anno del coronavirus, in Italia il settore della ristorazione ha perso quasi 250 mila posti di lavoro, molti dei quali a tempo indeterminato oppure di giovani lavoratori e lavoratrici. Se parliamo invece di consumi, la perdita segnalata dal medesimo settore ammonta a ben 31 miliardi di euro. Nel corso di tutto il 2020 oltre ventiduemila tra bar, ristoranti e pizzeria hanno dovuto chiudere, schiacciati dal peso dei provvedimenti anticontagio, a fronte di appena novemila attività che hanno invece aperto per la prima volta: un saldo negativo che grava con forza sul tessuto produttivo del paese, in un settore di importanza imprescindibile per il nostro paese.

Per quanto riguarda invece le misure che il governo ha disposto nel corso dei mesi e a supporto delle imprese – i cosiddetti ristori -, il rapporto evidenzia problematiche non da poco che hanno riguardato il 23% delle imprese a cui spettavano queste cifre ma che invece non sono mai riusciti a ricevere alcun sussidio a causa di difficoltà dovute ai codici attività, Ateco o a impedimenti burocratici.

In termini di entrate poi, la maggioranza dei titolari lamenta un crollo di oltre il 50% del fatturato mentre uno su tre segnala una contrazione che va dal 10 al 50%. Chiaramente la riduzione della mobilità delle persone prima e il calo della domanda poi hanno reso molto più difficile per queste imprese lavorare. Un dato opposto, a conferma di ciò, riguarda il boom che invece hanno avuto i produttori di pizze surgelate, segno che molte persone hanno preferito quel tipo di prodotto rispetto all’asporto o al delivery offerto dalle pizzerie.

A corredo di questi dati, il presidente Fipe Lino Enrico Stoppani ha sottolineato la situazione di un settore devastato nei numeri e con diverse incertezze nel suo futuro, auspicando però “che dalla crisi possa nascere una consapevolezza più forte per l’importanza del nostro settore”.

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