Napo San è stato tre anni in Italia, da giovanissimo, per imparare il mestiere del pizzaiolo. Due anni li ha passati nella Napoli più verace, col risultato di saper fare un’ottima pizza a 10.000 km di distanza e aver imparato la lingua…pochissimo l’italiano, molto di più il napoletano. Immaginate la scena di trovarsi nella neonata (ottobre 2022) pizzeria Fakalò (fa calore) Pizza Gallery e trovare un pizzaiolo giapponese al 100% col quale si riesce a comunicare perfettamente nella lingua della città partneopea, anche non avendo dimestichezza col giapponese.
Un’esperienza unica per il contesto e per fortuna supportata come detto da un’ottimo disco di pasta, all’interno di un locale raccolto che ha un’altra peculiarità, quella del forno a legna con rivestimento in alluminio costruito in un mese proprio da Napo San. Una persona di quelle che ha vissuto tante vicissitudini e anime nella sua vita, trasmesse col suo modo amichevole di approcciarsi ai commensali senza mai dimenticare l’etica e il rispetto propri della culturale giapponese.
La pizza che arriva nel piatto è di taglia M tendente alla L, dal cornicione visibile ma poco pronunciato e dalla forma irregolare, con ampio spazio per gli ingredienti. Spazio interessante dedicato ai vini biologici e naturali, che in Giappone stanno prendendo sempre più il largo come scelta più salubre, probabilmente supportata da importatori attenti a questo aspetto sia dal punto di vista “etico” che indubbiamente commerciale.
La carrellata delle pizze proveniente dalle ultime due visite (marzo 2023, marzo 2024) parte dalla Marinara:
Qui abbiamo un impasto dalla grammatura più alta di quella giapponese, che di solito si assesta su valori pari a 200-210 grammi, mentre la farina è prodotta direttamente in giappone, di forza medio-bassa con una lavorazione che tende sempre ad un prodotto digeribile. Buono l’olio utilizzato, sapidità complessiva perfettamente bilanciata, cottura tendente all’aggressivo ma nessun difetto percepito in bocca.
La seconda pizza provata è la Margherita:
Saporita, leggera, al morso l’impasto si sente e lascia spazio gentilmente agli ingredienti.
Verdura giapponese (misto broccoli e cavolo), salsiccia giapponese:
È molto difficile trovare dei friarielli di ottima qualità in Giappone, spesso conservati con troppo aceto, e allora Napo San propone una sua versione dell’iconica Sasicc’ e Friarielli con questa verdura coltivata nella zona rurale di Tokyo, composta da cavolo e broccolo, che restituisce un sapore agrodolce diverso da quello unicamente amarognolo dei friarielli stessi, ma che si sposa comunque bene con questa pizza e probabilmente incontra meglio i gusti del pubblico giapponese, meno incline a sapori del genere. L’originale, ad ogni modo, è imbattibile per il suo equilibrio e sapore avvolgente.
Filetto:
Ripieno con salame:
Doppietta di classici, col ripieno con salame dolce davvero di buona fattura, in grado di non sfigurare rispetto a diverse proposte presenti anche in Campania.
Crudo e funghi:
Altro grande classico che funziona nel momento in cui gli ingredienti utilizzati sono di qualità, come accade in questo caso.
Margherita provola e pepe:
Chiudiamo con una pizza così semplice e amata in Italia, così sconosciuta in Giappone; questa versione è fatta “decisamente a mestiere” ed è anzi una delle più interessante che abbiamo provato nel menu di questa pizzeria.
Fakalò Pizza Gallery si conferma come una delle pizzerie più interessanti presenti a Tokyo e in generale in Giappone. Per scelta di abbinamenti e soprattutto per sapore complessivo ben marcato in grado di incontrare i gusti italiani e internazionali. La storia alle spalle della pizzeria e del pizzaiolo aggiungono quel pizzico di atmosfera in più, e voglia di ritornarci.