La recensione di Impasto 55, la pizza tra il mare e la città
Nella riviera di Chiaia, a Napoli
Recensione di Amleto De Silva — 2 anni fa
Quando sono a Napoli troppe emozioni mi circondano e molteplici ricordi, dall’infanzia alla gioventù, mi fluttuano in mente. La loro compagnia mi piace, mi tiene romanticamente allegro: non fanno che aumentare il piacere del mio passeggiare per le strade di Napoli. I miei nonni avevano casa a Port’Alba: sotto quell’arco si rincorrevano i profumi delle pizze a portafoglio appena sfornate per le colazioni mattutine degli studenti e, a pranzo, era un via vai di gente tra l’Antica Pizzeria di Port’Alba e la Pizzeria Bellini.
L’ombra della pizza c’è sempre stata nella mia vita, fin da bambino: impossibile dunque non esserle devoto per sempre. L’occasione che mi ha riportato questa volta all’ombra del Vesuvio è stata l’arrivo della mia figlia londinese: aveva deciso di trascorrere qualche giorno in città per poi andare a gustare la calma e la bellezza di Procida. Una visita in pizzeria era tappa più che obbligatoria.
Per questa volta non ho fatto tutto da solo ma ho chiesto aiuto al mio amico Tanzen su dove poter andare, un qualcosa di nuovo che lui avesse già provato da buon mangiatore seriale di pizza e compagnia bella.
Preciso come sempre il Tanzen mi spara quattro/cinque nomi tra classico e nuovo, tra fritta o forno, centro storico o lungomare: ‘na sicurezza, operativo su tutto il globo! Si va di lungomare e scelgo la pizzeria Impasto 55. Posto molto bello, a due passi dal mare e dalla Villa Comunale, tra i quartieri di Chiaia e San Ferdinando. Anche il locale dallo stile moderno non invadente, con tavoli anche all’aperto, mi piace molto.
Tutto gioca sulla “regola del 55”: dal numero dei posti a sedere alle varie temperature – ambiente, farina, acqua – per l’impasto della pizza deve essere sempre pari a “55” come da indicazione di antichi pizzaioli. Un buon menù presenta i classici fritti da apertura e diverse pizze ben suddivise tra classiche, “creative” e fritte.
Una carta degli alcolici essenziale tra bollicine, vini bianchi e rossi (anche un Gragnano!), birre alla spina o in bottiglia con prezzi adeguati e non da anticipazione del TFR: mi piace. Nessun problema sull’arrivo delle pizze in tavola: come da classico “giro pizza”, una alla volta per poterne assaporare meglio la consistenza ed il gusto senza affrettarsi con la paura di dover mangiare tutto “freddo e ‘gnummoso”. Si inizia in piena tradizione con una pizza Marinara e una Margherita.
La cottura è “spinta” come piace a me e alla vista sono proprio ben fatte: classico cornicione stile napoletano presente ma non ingombrante. Sui sapori nulla da dichiarare se non una adeguata e ben calibrata scelta degli ingredienti: San Marzano che amalgama il tutto in dolcezza salvando il buon sapore dell’olio extravergine a fine cottura.
Sulla Margherita ho molto gradito la manciata di parmigiano reggiano che molto esaltava la sapidità del fiordilatte di Agerola. Sul lato creativo abbiamo scelto una pizza Impasto 55 che tra pomodorini del piennolo, pesto di basilico, fiordilatte di Agerola e reggiano ci ha regalato un boccone davvero “grasso” e soddisfacente.
Non può mancare il fritto e si va decisi su la Montanara del Re. Una bella pizza fritta servita già tagliata a spicchi su tagliere guarnita con burrata campana, lardo di porcello nursino, pomodorini secchi, rucola e basilico. Frittura asciutta ed adeguatamente croccante, lardo e burrata si tengono per mano regalando freschezza e sapore.
Pienamente soddisfatti ci fermiamo e decidiamo di promuovere all’unanimità Impasto 55: un voto in più alle pizze di tradizione “ammaccate” in maniera ineccepibile e dai sapori davvero perfetti.
L’impasto davvero molto leggero e gustoso ben si è amalgamato con le diverse guarnizioni lasciando sempre la bocca sazia a quel sapore di pane appena sfornato. Impasto 55 merita davvero una visita per il prodotto offerto, per il posto che occupa a ridosso del lungomare Caracciolo e perché Napoli è indiscutibilmente bella, checché ne dica il mondo.
Questa recensione fa parte della rubrica “I percorsi di gusto di Amjago” di Amleto De Silva, che comprende articoli esperienziali e molto personali in giro per le pizzerie di Roma, e non solo.
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