La Recensione di Lombardi: dalla pasticceria alla pizzeria, e viceversa
la storica pasticceria di Maddaloni da circa un anno ha allargato le proposte con l’amato disco di pasta
Recensione di Filippo Melillo — 3 mesi fa
Nel panorama casertano (e non solo) se diciamo “Lombardi Pasticceri” pensiamo immediatamente alla storica pasticceria che aprì i suoi battenti nel lontano 1948.
Quindi perché parlarne qui su Garage Pizza?
Ebbene sì, proprio loro, da circa un anno, hanno deciso di introdursi nel mercato spietato ed ormai sempre più saturo della pizza. Una grande opera di coraggio al giorno d’oggi, vista la quantità massiccia di pizzerie che ogni giorno vengono aperte.
Loro però, l’hanno fatto con un’idea ben precisa, originale: hanno deciso di utilizzare la loro maestria nella produzione dei dolci e trasporla in qualche modo nella realizzazione della pizza (ma non solo).
Nasce così il loro concetto di “Pizza in pasticceria” che si può subito notare dando un primissimo sguardo al menù, in particolare nella sezione degli starter ed, ovviamente, quella del “fine pasto”.
La pizzeria si trova nella stessa sede della pasticceria, a Maddaloni; all’interno del complesso di locali – già precedentemente adibiti a bar e per l’appunto pasticceria, e con tanti parcheggi all’esterno – è stato ricavato uno spazio per una discreta ma elegante pizzeria, con circa 70 posti a sedere, forno a vista, atmosfera pulita ed arredamenti con colori che richiamano a quelli del brand storico della pasticceria. Il servizio è molto attento e preciso con un personale di sala estremamente aperto a dialogo e consigli sul come rendere l’esperienza in “pizzeria” ottimale.
L’esperienza in compagnia di alcuni commensali entusiasti di pizza (c’ero anche io! ndTanzen) è cominciata, ovviamente, con alcuni dei loro elementi di innovazione: ovvero quella serie di starter che richiamano, in maniera per niente velata, alla pasticceria.
Abbiamo avuto modo di provare tutte e tre le proposte del menù; Sono fuori dal tunnel (5€): cannolo di pasta sfoglia al parmigiano reggiano dop con semi di sesamo, ragù napoletano, ripieno di crema pasticciera salata e crumble di guanciale croccante.
Esso ricorda chiaramente il cannolo fritto con crema pasticcera. Idea interessante ed innovativa, sicuramente migliorabile aggiustando le proporzioni tra i vari elementi. Abbiamo trovato infatti questi ultimi sbilanciati a favore della crema pasticcera salata che inoltre abbiamo percepito leggermente grassa e “poco fluida”, probabilmente nel tentativo (tra l’altro riuscitissimo) di donarle la stessa identica texture della crema pasticcera dolce che tutti conosciamo. Probabilmente in questo caso si potrebbe fare un piccolo “sacrificio” della bellezza estetica a favore del gusto complessivo.
Poi è stato il turno di Bomba salata (6€): farcita con chantilly salata namelaka di bufala, datterini gialli e rossi semidry e pesto di basilico. Starter che richiama la classica “bomba” fritta (anche se in questo caso fritta non è) che mangiamo a colazione un po’ ovunque in Italia. La texture e la sensazione al morso sono esattamente le stesse, sembra di mangiare proprio il dolce appena citato. Anche in questo caso idea assolutamente innovativa leggermente migliorabile semplicemente rendendo il risultato finale un po’ più “strong” dal punto di vista dei contrasti e della sapidità generale, in linea di massima il sapore era estremamente delicato e probabilmente qualche elemento di contrasto in più potrebbe creare ancora di più quell’effetto “sorpresa” che renderebbe l’assaggio davvero memorabile
Pain du pâtissier (6€): saccottino di pasta sfoglia lievitata al pomodoro, prosciutto cotto affumicato, bavarese al parmigiano reggiano dop, basilico. Dolce di chiara ispirazione francese, di fatto esso vuole ricordare il pain au chocolat. Di gran lunga lo starter migliore tra quelli provati, equilibrato ma con dei bei contrasti che hanno reso l’esperienza estremamente divertente e godibile.
Ovviamente siamo su Garage Pizza e non possiamo non parlare del piatto più consumato al mondo: non ci soffermeremo sul metodo con cui viene lavorato l’impasto, in quanto ormai ci è abbastanza chiaro che qualunque metodo si utilizzi, se questo è gestito in maniera ottimale allora porterà ad un risultato senza dubbio notevole. Le differenze sul risultato finale utilizzando metodi diversi sono di fatto molto più sottili di quanto si possa credere.
Ad ogni modo da Lombardi bisogna superare il preconcetto che si può avere secondo il quale: “chi nasce tondo non può morire quadrato”. I ragazzi, infatti, offrono anche un prodotto pizza di livello decisamente interessante, sia per quanto riguarda appunto l’impasto che per gli abbinamenti dei toppings.
Il menù offre una grossa quantità di pizze di diversa tipologia, sia tradizionali, sia “signature”. Apprezzabile è la sezione del menù dedicata alle pizze esclusivamente vegane; ed una sezione dedicata alla loro proposta di pizza “a ruota di carro”, per chi non ama il cornicione pronunciato.
Partiamo da una “quasi tre cotture”, che di fatto è una fritta e al forno (quindi doppia). La scelta è ricaduta sulla Marinaretta (14€), realizzata con ombra di pomodoro San Marzano DOP infornato, datterini semicanditi con olio all’aglio, alici, olive nere caiazzane, capperi di salina, origano agribiologico, olio evo.
Abbinamenti ormai abbastanza comuni per una fritta e al forno; ingredienti sulla carta di qualità ma che non ha brillato né per sapori né per bilanciamento complessivo degli ingredienti, avendone provate anche altre simili.
Proseguiamo con la classica Margherita; in entrambe le versioni: “moderna” ed a ruota di carro.
La prima (come anche le altre di questa tipologia) è stata presentata con un dettaglio matematico: precisione goniometrica, dosaggio degli ingredienti perfetto. Cottura ottima, struttura senza sbavature, sapori eccellenti.
La seconda invece, a ruota di carro, è nient’altro che lo stesso impasto ma allargato oltre i canonici 33 centimetri. Godibile, ma ovviamente chi è purista sa bene che la ruota di carro è diversa ma per ragioni puramente “tecniche” (forza della farina utilizzata, quantità di sale, idratazione). Tutto sommato una valida alternativa per chi, come già detto, non ama il cornicione alto.
Gli assaggi sono proseguiti su una serie di pizze “Lombardi Signature”. Su queste ultime dobbiamo dire che è assolutamente apprezzabile trovare una ricerca sui toppings, proponendo abbinamenti esclusivi. Cosa assolutamente non da poco, vista ormai la tendenza a trovare spesso nelle pizzerie menù tutti uguali con abbinamenti scopiazzati qua e la.
Tra queste degne di nota sono state la Maddaloni, terra mia (15€) (fior di latte, crema di carciofi arrostiti, mortadella d’asina, cuore di carciofo arrostito maddalonese, gel di prezzemolo, scaglie di provolone del monaco DOP), pizza con un bel carattere, delicata ma allo stesso tempo interessante nel contrasto; oppure la Nero quasi casertano (12€) (fior di latte, wurstel “marchigianotto” artigianale, spicchi di patate con buccia rosticciate, mayo all’aglio nero, lime e pepe rosa) pizza che personalmente ho trovato interessante ma che ha creato dibattito tra i commensali, tra chi l’ha gradita e chi molto meno
Sulla riva del fiume (12€), composta da fior di latte, salsiccia al finocchietto, ciummarielli della tradizione, pomodoro corbarino arrosto, fonduta di patate e provola a umicata, olio evo, era tra quelle più attese che però non ha pienamente soddisfatto le aspettative in quanto è stata trovata un po’ scarica e povera di carattere.
L’esperienza non poteva che chiudersi con “piatti forti”: i dolci e la pizza sfogliata.
Sui primi c’è poco da dire: lo fanno da quasi un centinaio di anni, sanno quello che fanno e lo fanno in maniera indiscutibile.
La pizza sfogliata è invece uno di quegli elementi di “novità” che rendono questa realtà esclusiva e differente dalle altre. Realizzata con un impasto pizza che viene letteralmente lavorato e sfogliato come una pasta sfoglia, di fatto è un vero e proprio dessert, ma in chiave “pizza”. Viene venduta a spicchi ed il menù al momento ne ha due proposte, provate entrambe.
Non mi chiedere la nutella (10€) (trancio di pizza sfogliata al burro, cremoso al gianduia, nocciole tostate e caramellate, terriccio di cioccolato al 55% e la sua polvere, foglia d’oro alimentare, gelato al biscottino) e Ci vediamo stasera a colazione (10€) (trancio di pizza sfogliata al burro Besciamella dolce alla vaniglia del Madagascar, tre consistenze di amarene, cialda di zucchero di canna semintegrale caramellato al momento, gelato al or di latte variegato alle amarene).
Gli spicchi sono molto generosi e probabilmente possono essere anche consumati in due persone; inutile dire che la fattura di queste ultime è stata eccellente e l’impasto sfogliato estremamente interessante per croccantezza e per sapore, davvero una bella sorpresa.
Lombardi è una realtà che vuole spiccare e vuole differenziarsi in mezzo al mare di pizzerie che oggi abbiamo possibilità di provare. Come già ribadito, potrebbe essere una scelta interessante per via della loro peculiarità di concetto, nonostante offrano anche una pizza “standard” di qualità alta – al netto di alcune farciture meno riuscite -, un servizio attento e una carta degli alcolici in costruzione ma già ben fornita.
Cosa mi è piaciuto (+)
Precisione nella presentazione e nella cura dei dettagli
Servizio attento ed orientato al cliente
Toppings elaborati e diversi dalla media
Carta dei dolci
Dubbi (-)
Alcuni abbinamenti su cui correggere il tiro rendendoli più equilibrati o saporiti, in particolare sugli starter e qualche pizza unica
Mise en place un po’ scarna e locale leggermente rumoroso quando al completo