Pizza Pascalina: spiegazione e ricetta della pizza “anti tumorale”

Scienziati e pizzaioli per creare una pizza utile nella prevenzione del tumore

Rubrica di Francesco Margheriti — 1 anno fa

La Pizza Pascalina di Enzo Coccia (Pizzeria La Notizia)

Storicamente parlando, la pizza nasce intorno al XIV secolo, con l’utilizzo di farina, strutto, aglio e sale, in maniera molto simile al pane. Durante gli anni e i secoli, probabilmente, ha subìto varie modificazioni, fino ad arrivare a quella che conosciamo oggi noi tutti, presente nelle sue varianti regionali, ma comunque unica e riconoscibile a livello mondiale. Un aliment così caratteristico e riconoscibile che prima la Comunità Europea nel 2010, poi l’Unesco nel 2017, hanno insignito tale prodotto e l’arte del pizzaiolo napoletano, di vari riconoscimenti.

Se siete curiosi di saperne di più, leggete Le prime testimonianze storiche della pizza moderna, ve le facciamo vedere e leggere.

Quale può essere il passo successivo che un alimento che si è modificato e adattato ai tempi può intraprendere? Ogni giorno siamo bombardati, anche giustamente, da discorsi salutistici: bisogna mangiare a modo, seguire le indicazioni dei maggiori enti promotori della salute e della corretta alimentazione, assieme a quelli di una moltitudine di aziende, professionisti, comitati che cercano di insegnare come mangiare.

In tale universo, quindi, la nostra amata Pizza come si inserisce?

pizza e aumento peso

Di solito, anche nella mia pratica quotidiana, appena si nomina il termine “pizza” subito si pensa all’ingrassare, al mettere su peso e pancia1. In questi casi cerco di far capire che, come diceva un certo Paracelso, “è la dose che fa il veleno”; io ad esempio inserisco, anche una volta a settimana, una pizza Margherita nei vari programmi nutrizionali che consiglio. Da qualche tempo oramai esiste una pizza che, stando a quanto racconta chi l’ha inventata, può essere mangiata anche due volte a settimana.

A Napoli, presso l’Istituto Nazionale Tumore – Fondazione Pascale, professionisti del settore come Gianluca Passeggio e Mara Mincione, e alcuni ricercatori, sono partiti da studi già esistenti che raccontano di come alcuni alimenti usati per preparare le pizze possano essere d’aiuto per la nostra salute, per poi arrivare alla ricetta e alla realizzazione di una pizza che può essere mangiata due volte a settimana, ben inserita nella Piramide Alimentare di tipo Mediterraneo2 e che riprende anche le indicazioni del World Cancer Research3: la Pizza Pascalina.

La piramide Pascalina

La piramide Pascalina

Gli alimenti sui quali sono stati fatti i maggiori studi, sia italiani che internazionali, sono quelli caratteristici della pizza che presentano proprietà antiossidanti, come quelle dei licopeni contenuti nei pomodori4, sostanze con proprietà antitumorali presenti nelle crucifere, come friarielli, cime di rapa e broccoli5, e sostanze associate a riduzione del rischio di sviluppo dei tumori e diminuzione della mortalità da tumore, come l’olio extravergine d’oliva ricco di grassi monoinsaturi e i cereali integrali6.

Unendo insieme questi dati e conoscenze e andando a scegliere gli ingredienti che contengono maggiori quantità degli elementi sopra riportati, si è arrivati alla ricetta della pizza Pascalina, che può essere fatta anche in casa e prevede l’utilizzo di farina di tipo 1, ricca di fibra, pomodori San Marzano o Corbara ricchissimi in licopene7, friarielli8, olio evo, olive di Caiazzo e noci, il tutto per portare sul tavolo un prodotto completo, ricco di carboidrati (a medio-basso indice glicemico), proteine, grassi (mono e polinsaturi) e vitamine.

Perché, da chi l’ha inventata e da chi la propone, viene definita anche “anti-cancro”?

Al netto di una patologia così complessa e multifattoriale, è innegabile che lo studio che c’è dietro a questa proposta è importante e approfondito. Gli studi presi in esame sono stati tanti (magari di alcuni ne parleremo in futuro) così da proporre al consumatore un cibo ricco di alimenti che, insieme, hanno mostrato particolare interesse nella comunità scientifica che tratta la lotta al cancro al colon, stomaco, prostata, pancreas e seno.

Per finire, se la si vuole preparare, questa è la ricetta base (nessuno vieta di personalizzarla a modo con le tipologie di prodotti sopra elencati e studiati):

Buon appetito!

La Pizza Pascalina di Enzo Coccia (Pizzeria La Notizia)

La Pizza Pascalina che abbiamo provato da Pizzeria La Notizia di Enzo Coccia


  1. Wijnhoven TM, van Raaij JM, Yngve A, Sjoberg A, Kunesova M, Duleva V, Petrauskiene A, Rito AI, Breda J: WHO European Childhood Obesity Surveillance Initiative: health-risk behaviours on nutrition and physical activity in 6-9-year-old schoolchildren. Public health nutrition 2015, 18(17):3108-3124 
  2. Pelucchi C, Bosetti C, Rossi M, Negri E, La Vecchia C. Selected aspects of Mediterranean diet and cancer risk. Nutr Cancer. 2009;61(6):756-66 
  3. Ervik M, Lam F, Cancer Today. International Agency for Research on Cancer, Cancer Today, 2017 
  4. Rao AV, and H. Shen.: Effect of low dose lycopene intake or lycopene bioavailability and oxidative stress. Nutr Res 2002, 22:1125–1131 
  5. Giugliano D, Nappo F, Coppola L: Pizza and vegetables don’t stick to the endothelium. Circulation 2001, 104(7):E34-35 
  6. Ames BN: Dietary carcinogens and anticarcinogens. Oxygen radicals and degenerative diseases. Science 1983, 221(4617):1256-1264 
  7. Barone D, Cito L, Tommonaro G, Abate AA, Penon D, De Prisco R, Penon A, Forte IM, Benedetti E, Cimini A et al: Antitumoral potential, antioxidant activity and carotenoid content of two Southern Italy tomato cultivars extracts: San Marzano and Corbarino. Journal of cellular physiology 2018, 233(2):1266-1277 
  8. Bosetti C, Filomeno M, Riso P, Polesel J, Levi F, Talamini R, Montella M, Negri E, Franceschi S, La Vecchia C: Cruciferous vegetables and cancer risk in a network of case-control studies. Annals of oncology: official journal of the European Society for Medical Oncology / ESMO 2012, 23(8):2198-2203 
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