9 marzo 2020: il Presidente del Consiglio Conte annuncia l’inizio della fase 1, il lockdown che terrà in casa la maggior parte della popolazione italiana per oltre due mesi. Chiudono tutte le attività commerciali non essenziali e i luoghi di assembramento, tra cui ristoranti e pizzerie.
10 marzo 2020: un esercito di pizzaioli si riversa su Instagram e su Facebook, ed esplodono live e tutorial su come preparare la pizza in casa, per venire incontro a uno dei bisogni fondamentali degli italiani.
Una settimana dopo: accade qualcosa di inaspettato. La maggior parte dei pizzaioli comincia a mostrare i suoi limiti rinchiusi tra le mura domestiche. Professionisti di alta caratura abituati da generazioni a lavorare solo con strumenti professionali non riescono a riprodurre in maniera ottimale il prodotto con le attrezzature casalinghe di cui tutti dispongono. Le pizze esposte al pubblico non hanno niente a che vedere con le foto ostentate con tanto orgoglio sui social nell’ultima decade.
Il sogno si infrange. Le visualizzazioni calano. E, dopo una fase di entusiasmo iniziale, anche i pizzaioli spariscono dagli stream. Il popolo del web si rivolge altrove. Ed è allora che avviene una migrazione di massa: tutti su YouTube. Perché i veri maestri della pizza fatta in casa si trovano là.
Parliamoci chiaro, fare la pizza in casa non è come farla in pizzeria. Non lo è mai stato. Ma fino a non molto tempo fa questo significava che non c’era speranza di potersi preparare a casa una pizza come si deve (soprattutto se di stampo napoletano). Oggi significa semplicemente che si può fare, ma ci si riesce con metodologie e strumenti differenti.
Nel corso degli ultimi anni sono fioriti gruppi su Facebook, forum e profili Instagram dedicati alla pizza fatta in casa. Non è certo un argomento nuovo. Eppure c’è una piattaforma che non è molto ricca di contenuti verticali sull’argomento, ed è proprio quella che ti aspetteresti di meno: YouTube, appunto.
Proprio nel regno dei tutorial video, quello a cui ti rivolgi anche solo per imparare a cambiare una lampadina, la pizza fatta in casa è un argomento molto poco battuto. Sono in pochi ad aver dedicato un canale strutturato sull’argomento. Davvero, in Italia si contano sulle dita di una mano. E sono proprio questi che hanno beneficiato di questa improvvisa esplosione di interesse.
Sicuramente il più popolare è il canale di Gigio Attanasio, che dal 2015 insegna agli utenti del tubo come realizzare una pizza napoletana in casa senza alcun tipo di forno particolare, ma con una combinazione di padella più grill, che lui da subito chiama “metodo combo”. Il nome fa presa sul pubblico, e il successo dei video di Gigio è assicurato.
Per amore della pizza Gigio però si impegna a fornire sempre più contenuti, esplorando anche il nascente mondo dei forni da pizza casalinghi. La sua bravura e voglia di sperimentare, unite anche a una comunicazione vivace, lo portano a macinare milioni di visualizzazioni, e ad accumulare 27.000 iscritti in cinque anni.
Ecco, tenete presente questi numeri. Ventisettemila. In cinque anni. Ragionate un momento sulla crescita, buona ma tutto sommato graduale di questo canale. Lasciate riposare questa informazione. Ora sentite qua: nei due mesi di quarantena il canale di Gigio Attanasio è decollato improvvisamente oltre i 63.000 iscritti. Una crescita del 133% in soli due mesi!
Da un lato verrebbe subito da pensare che è una semplice questione di fare due più due, e che non sia un fenomeno così inaspettato. Ma la realtà non è così scontata come appare. Pensateci un attimo. Quante volte vi iscrivete a un canale YouTube solo perché vi piacciono i contenuti? Personalmente io non lo faccio mai, nonostante ci siano dozzine di canali che seguo con regolarità, ma forse sono un caso atipico. Ma guardiamo all’argomento nello specifico: trovo il video tutorial che mi serve, seguo la ricetta, bum, fatta. Ho bisogno davvero dell’iscrizione?
Non è un caso che ci sia solo un video del canale di Gigio che sovrasta nettamente tutti gli altri in termini di visualizzazioni: “Come fare la pizza napoletana nel forno di casa” aveva già oltre 1 milione di visualizzazioni prima della quarantena, e ora ha raddoppiato in soli due mesi. Chiaro: il titolo del video risponde a una chiave di ricerca molto popolare, e per molti è più che sufficiente.
Ma chi conosce le dinamiche di YouTube sa che non è solo una questione di parole chiave e titoli ad hoc. Stiamo parlando di una piattaforma il cui scopo principale è l’intrattenimento. La voce di chi narra è fondamentale: il modo di comunicare i propri contenuti è tanto importante quanto i contenuti stessi. Ed è quello che spinge gli utenti a seguire altri video del canale, e una buona percentuale di loro a cliccare su quel benedetto tasto ISCRIVI. In soldoni: se non sei simpatico alla gente, la gente non ti segue.
Gigio dimostra di conoscere benissimo il linguaggio della piattaforma, ma quelle che traspaiono di più sono la sua genuinità e la sua passione. Un elemento che lo accomuna agli altri due canali che hanno visto una crescita impressionante negli ultimi due mesi.
Antonio Malati di Pizza: da poco più di 300 a oltre 13.000 iscritti in due mesi. Vincenzo Viscusi: da 1000 a 21.000. Nel totale Gigio ha sicuramente raccolto molti più follower, forte anche di una presenza già consolidata. Ma se guardiamo alle percentuali di crescita non c’è storia: Antonio e Vincenzo sfondano i grafici di esponenziale.
C’è da dire che non è un caso: i ragazzi hanno goduto dell’endorsement di Gigio che, sempre attento ad analizzare i competitor, ha individuato il loro potenziale, e li ha pubblicizzati nel suo canale. Consapevole del fatto che, pur trattando lo stesso argomento, potevano tranquillamente viaggiare su binari paralleli e complementari, soprattutto a causa del diverso stile comunicativo.
Gigio fa dei veri e propri tutorial, con voce off unita alla narrazione di un racconto. Vincenzo ha un rapporto più diretto, guarda molto nella camera, e i suoi video sono semplici e snelli. Antonio invece è un videomaker professionista, e il suo montaggio a incastri è paragonabile a quello degli YouTuber più famosi.
Insomma, ognuno di loro risponde in maniera differente ai criteri per un canale YouTube di successo. L’avallo di un collega vale ben poco, senza. La prova? C’è un quarto canale che ha beneficiato della quarantena: La pizza fatta in casa. E il suo titolare, Sergio Mura, ha un profilo più defilato, tranquillo: quello di un cinquantenne che con molta semplicità racconta quali sono i suoi metodi, per rispondere alle domande del pubblico che già lo segue, senza cercare di ingigantirlo.
Forse proprio per questo che la crescita di Sergio in questi due mesi è stata meno drastica: il suo canale partiva già da una base di 5000 iscritti, grazie a un gruppo Facebook da dove ha poi trasferito il suo pubblico su YouTube per necessità. E ora ha toccato “solo” quota 10.000. Ma è lo stesso Sergio a dirmi che lui non bada ai numeri, non chiede iscrizioni nei suoi video. Anzi, sarebbe stato il primo a non notare la sua crescita se non fosse stato lo stesso Gigio a dirglielo.
Notate uno schema ricorrente? La collaborazione e la comunicazione tra YouTuber è un elemento fondamentale di questo ecosistema. Dopo due mesi passati a rimpinguare il loro pubblico, Gigio, Antonio e Vincenzo si sono sfidati in una simpaticissima challenge che è culminata in una live seguita da migliaia di persone. La passione comune, la simpatia reciproca, il fare squadra sono elementi che piacciono al pubblico. Unendo le forze, ma anche il divertimento, ognuno contribuisce alla crescita dell’altro.
Perché su una piattaforma come YouTube crescere non è una passeggiata. E lo è ancora di meno creare contenuti strutturati, sempre validi e interessanti, e mantenere il proprio pubblico nel tempo. Creare un video tutorial, raccontare una storia richiede ore di lavoro di tra scrittura, riprese e montaggio. E una dedizione pari a quella di chi impara a fare la pizza in casa. Non è un lavoro per tutti. L’utente di YouTube, nell’iscriversi a un canale, non solo premia il risultato finale, ma anche l’impegno profuso per ottenerlo.
C’è una differenza abissale tra questa piattaforma e un’altra molto più immediata e alla portata di tutti quale ad esempio è Instagram. Sul social di Zuckerberg i profili di pizzaioli casalinghi si sprecano. Il punto è che la quasi totalità di loro mostra solo il risultato finale. Sono ben pochi quelli che mostrano il metodo ma, soprattutto, i fallimenti. YouTube ha un linguaggio diverso. Non è il social dove ostentare solo l’eccellenza dietro la patina di foto saturate. È uno spazio dove raccontarsi, e spesso chi si racconta è allo stesso livello di chi guarda.
Voglio imparare a fare la pizza in casa? Non lo chiedo al professionista che ha maturato anni di esperienza tra il bancone e il forno a legna. Non voglio sentirmi inadeguato. Voglio che a insegnarmelo sia chi è partito dalla mia stessa situazione, e che continui a farlo ancora là, tra le mura domestiche. I miei fallimenti di oggi erano i suoi fallimenti di ieri. Così come la stessa passione che ci accomuna, ci livella. Non ci sono maestri e discepoli, solo tanti video che resteranno sempre a disposizione degli spettatori. Quarantena o meno.