Perché gli americani chiamano la pizza “Pie”, ovvero torta

Ogni anno il 14 marzo si festeggia negli Stati Uniti il National Pi Day, la giornata nazionale del pi greco. Sì, gli americani hanno ogni sorta di festa assurda e il bello è che sono tutte riconosciute ufficialmente.
Ma questo che c’entra con la pizza? Ci arriviamo a breve. La scelta della data per questo tipo di ricorrenza sta nel fatto che, nella nomenclatura americana, una data si scrive indicando prima il mese e poi il giorno. Per cui 3.14. Il pi greco appunto (senza tutti i decimali).
C’è di più. Il π in inglese si pronuncia pai, come l’americano pie, che vuol dire torta ripiena. Per cui questa giornata è diventata anche un modo per festeggiare le tipiche torte che nei cartoni vediamo spesso poste a raffreddare sul davanzale. Quelle rese famose dal film American Pie, per rendervi l’idea.

Ma quindi, la pizza? Tranquilli, vi dicevo che ci sarei arrivato. Oltre che per le torte, il National Pi Day ormai viene associato per festeggiare anche la pizza. E perché, direte voi? Perché in America, il termine pie, ovvero torta ripiena, viene spesso usato anche come sinonimo di pizza!

Questa è una cosa abbastanza risaputa, anche qui da noi. Per lo meno da quando Dean Martin ha reso celebre l’espressione con la sua canzone del 1953 “That’s Amore”, quel delizioso pastiche italo-inglese che omaggiava le sue origine italiane: “When the moon hits your eye like a big pizza pie, that’s amore”.
Mi sono sempre chiesto come mai gli americani chiamassero la pizza pie, e so di non essere l’unico. La ricorrenza del pi greco, con la sua associazione un po’ forzata, mi ha dato lo stimolo per fare un po’ di ricerche. E ho scoperto molte cose interessanti.

A partire dalla prima: non è vero che tutti gli americani chiamano la pizza pie. A quanto pare questa è una prerogativa dell’area est medio-atlantica, derivata dal linguaggio della città più importante di questa regione: New York. Stando a questa discussione su Reddit, il termine è stato senza dubbio popolarizzato dall’influenza che la Grande Mela ha nella comunicazione americana. Ma, laddove è una parola che si senta ricorrere spesso in televisione, nella vita reale non si sente nessuno negli States utilizzare quel termine al di là della zona specificata.

L’origine del termine a New York non è casuale, perché si lega proprio a quella massiccia ondata migratoria di fine Ottocento che ha visto sbarcare anche migliaia di italiani. E sappiamo che tra questi c’erano moltissimi pizzaioli che importarono anche il nostro cibo preferito, adattandolo alle disponibilità degli ingredienti e dei mezzi di produzione del posto. Tra questi, non possiamo non citare Gennaro Lombardi, conosciuto per aver aperto quella che è considerata la pizzeria più antica sul territorio americano e tutt’oggi esistente: Lombardi’s, datata 1905.

Ma ancora prima di Lombardi, il termine pie associato alla pizza era già alquanto diffuso. Questo perché gli americani non avevano mai visto una pizza prima, e vedendo quel disco di pasta con i bordi arriciati, tendevano ad associarla alla cosa tonda più simile che conoscessero, ovvero le loro torte. Il fatto che fossero principalmente condite col pomodoro fece circolare il nome specifico di tomato pie, che gli italiani chiamavano pomidoro pizza. Se ne parla in questo articolo del New York Tribune datato 6 dicembre 1903.

“Le torte sono da sempre considerate una specialità nord-americana, ma a quanto pare gli italiani hanno inventato un nuovo tipo di torta. La ‘pomidore pizza’ o tomato pie, ha più meno la stessa foggia. Prendete un pezzo di impasto e, con un mattarello, appiattitelo fino a quando sarà spesso solo un paio di centimetri. Versateci poi del pomodoro e speziatelo con abbondanza di peperoncini rossi in polvere. Indi, infornate il tutto. La ‘salami pizza’, o bologna pie, è realizzata con questo strato di impasto, e sopra una combinazione di pomodoro, formaggio, peperoncini rossi e bologna (l’equivalente americano della mortadella, ndr). Per usare un’espressione gergale, si può dire che questa sia una combinazione bollente”.

Successivamente, i due termini tomato pie e pomidoro pizza hanno subito una curiosa crasi, diventando prima tomato pizza pie e in seguito, più semplicemente, pizza pie. Anzi, a dirla tutti i newyorchesi tendono a usare il termine pie anche da solo per indicare la pizza intera, laddove slice ne indica uno spicchio. Ne è un esempio il famoso dollar slice, che purtroppo ha smesso di costare solo un dollaro già da un bel po’ come vi abbiamo raccontato qua.

La cosa curiosa è come un termine che indicasse principalmente una torta alta e ripiena sia passato a indicare un sottile disco di pasta condito. Ancora più strano, il fatto che un tipo di pizza che invece ha tutti i connotati di una pie, la Deep Dish di Chicago, non venga invece riconosciuta con quel termine (perché fuori dall’area geografica di utilizzo), ma venga invece associata con un termine italiano che generalmente sta a indicare un impasto appiattito.
Che poi, a dirla tutta, neanche noi italiani siamo così comprensibili. Basta scendere a Napoli: da noi esiste la pizza di scarole, che non ha niente a che vedere con l’immagine che generalmente si ha della pizza nel mondo. Ed è invece molto più affine nei connotati alla pie americana.

Ulteriore confusione? Come vi avevo detto, una giornata americana dedicata a un termine matematico è diventata per assonanza di linguaggio una ricorrenza per festeggiare torte e pizze. Ma gli americani hanno già un National Pie Day il 23 gennaio, e un National Pizza Day il 9 febbraio.
Insomma, sembra che ogni occasione sia buona per festeggiare con una bella pizza davanti. Che tra l’altro ha senso: il pi greco è anche il rapporto tra la lunghezza della circonferenza e quella del suo diametro. Un numero imperfetto, di infinita bellezza, per rappresentare quella che invece è una proporzione della forma geometrica perfetta per eccellenza. E non è forse la pizza, con la sua rotondità irregolare, la sintesi suprema di perfezione e imperfezione al tempo stesso?

Come ho già fatto notare in un altro articolo, gli americani spesso dimostrano di amare la pizza molto più di noi italiani. Vi lascio con uno di questi simpatici atti d’amore: una canzone del 1954 dei The Gaylords, chiamata Pazzo for Pizza. Qui il termine pie ricorre in maniera alternata, intercambiandosi con pizza. La canzone è deliziosamente accattivante, forse un po’ stereotipata ma, ehi, erano gli anni ’50. Buon ascolto!

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