Dividere la pizza? Ecco il metodo scientifico per farlo correttamente!

Lo studio arriva da Liverpool, dove due matematici hanno formulato un metodo per dividere nel modo più equo possibile una pizza.

News di Salvatore Cardone — 3 anni fa

dividere la pizza

Esistono dilemmi importanti al mondo, quesiti talmente difficili da esplicare da rimanere, ancora oggi, una vera incognita per molti. Nonostante un’evoluzione sconfinata e in continua ascesa, alcune cose sono rimaste ancora impossibili (o quasi) da spiegare tra cui, probabilmente, uno dei dilemmi più atroci per tutte le cosiddette “buone forchette”: come si divide una pizza?

Con l’aumento dell’offerta e delle tipologie di pizze disponibili è diventato sempre più comune comprare più pizze diverse per poi dividerle con i propri amici, con la propria famiglia o magari con il proprio partner. Spesso e volentieri però, ciò potrebbe diventare un problema in quanto è davvero difficile dividere in modo equo la pizza fumante che abbiamo davanti e di conseguenza, è facile finire per scontentare qualcuno.

Ci credereste se vi dicessimo che esiste un metodo scientifico, creato e studiato da due matematici, proprio allo scopo di aiutare le persone afflitte da questo difficilissimo (e gustoso) dilemma? Ebbene sì, due matematici dell’università di Liverpool – Joel Haddley e Stephen Worsley – hanno studiato un metodo molto particolare (e anche complesso) che sostituisce, in qualche modo, quella che era la metodologia “corretta” in vigore fino a qualche anno fa, una metodologia provata a spiegare da Rick Mabry e Paul Deiremann, due colleghi americani.

La teoria, finita anche sul New Scientist, prende il nome di “Infinite Families of Monohedral Disk Tiling” e si dipana nell’arco di sette pagine. Il procedimento è, come dicevamo, abbastanza complesso: per dividere le pizze in 12 parti uguali bisogna partire dal centro spostandosi verso i bordi, iniziando a dividere a metà la pizza, e poi fare l’esatto contrario con le restante sei, con dei tagli non netti ma leggermente curvi, che ricordano un po’ i simboli circolari (Mandala) tanto cari alle culture buddiste e induiste.

dividere la pizza

I due studiosi hanno affermato che è difficile prendere dimestichezza e soprattutto le “misure” ma una volta fatta l’abitudine, la divisione in dodici segmenti può fare la differenza, anche perché in tal modo risultano perfettamente divisibili anche in parti più piccole. Tutto risolto? Nemmeno per sogno, perché subentra un altro particolare: il condimento. Difficilmente una pizza risulta condita in modo sempre uguale e chiaramente sul bordo è sempre meno generosa in tal senso e, dunque, cosa succede a chi becca uno spicchio più vuoto e meno gustoso?

La risposta, poco incoraggiante, è che “nonostante lo studio, dividere la pizza in modo uguale è tutto sommato possibile, ma non lo è accontentare tutti”. Ci sarà sempre chi beccherà un pezzo, seppur uguale a Iivello di dimensioni, meno goloso e appetitoso.

A questo punto però, la palla passa a voi. Che ti tipo di consumatori siete? Preferite scegliere la vostra pizza preferita e “tenervela” tutta per voi o fate parte della brigata “prendiamo due gusti e dividiamo”?

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