Domino’s Pizza ha dimostrato che l’inclusività è possibile… all’insaputa di tutti

In occasione della Giornata internazionale della visibilità transgender

News di Tommaso Stio — 2 anni fa

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In occasione del 31 marzo scorso, Giornata internazionale della visibilità transgender, la divisione spagnola di Domino’s Pizza ha svelato con un video le attività della propria campagna social svoltasi nei dodici mesi precedenti e con protagonisti diversi attori trans, al fine di mostrare quanto il mondo (anche quello dei social network) possa essere inclusivo e aperto alla diversità quando non ci si perde in pregiudizi ed etichette.

Principalmente sul proprio profilo Instagram, la celebre catena di pizzeria ha pubblicato svariati post con protagonisti gli stessi attori del video che trovate qua sotto, senza però porre l’attenzione sul loro genere e orientamento sessuale ma limitandosi a raccontare la foto, come si fa sempre, con un copy breve e accattivante. Più di 16 foto che nel totale hanno raccolto oltre diciassette mila commenti – nessuno dei quali negativo od offensivo, ndr e più di 2,5 milioni di impression.

La campagna, svelata a posteriori, si chiama Diversity Hunger Revealed e fa parte del progetto ombrello #DiversityHunger, lanciato ormai tre anni fa da Domino’s Pizza a sostegno della comunità LGBTIQ+ globale. Si tratta di un’iniziativa non così comune nel mondo pizza e per questo ancora più apprezzata.

I protagonisti del video si chiamano Hugo, Laura, Enzo, Bast, Nuria ed Elliot e a loro, nella vita di tutti i giorni, online e non solo, capita di dover fronteggiare situazioni spiacevoli o di trovarsi in contesti discriminatori. Come dimostra questa splendida campagna però, “quando ci si libera dalle etichette, scompaiono anche i pregiudizi”.

A supporto di questa attività anche il commento di Silvia Serrano, direttrice marketing della divisione spagnola, la quale ha voluto soffermarsi su come questa campagna sia speciale in quanto semplice e naturale mentre dal punto di vista creativo, per spiegare la discriminazione, Juan Fran Vaquero, direttore creativo dell’agenzia Good Rebels, ha raccontato il processo inverso scelto: “Normalmente facciamo in modo che le campagne abbiano il maggior impatto possibile. In questo caso abbiamo invece cercato il contrario, che l’azione passasse completamente inosservata. Doveva normalizzare e dare visibilità fino a quando non diventa quotidianità”.

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