La Campania riapre (finalmente) al delivery della Pizza

dopo un mese e mezzo dalla quarantena, si riparte anche qui

News di Antonio Fucito — 4 anni fa

Pizza Delivery Napoli

Consegna a domicilio (con fattorini proprio o attraverso piattaforme terze) sì, consegna no, il governatore Vincenzo De Luca e la sua giunta alla fine si sono decisi: dopo oltre 45 giorni di quarantena, anche in Campania sarà possibile ordinare a domicilio per diverse categorie di ristorazione e bar, tra cui le pizzerie.

Dal 27 aprile 2020 e in determinate fasce orarie, una fase intermedia e non risolutiva che rappresenta però una piccola ripartenza soprattutto per tante attività in difficoltà, che magari già in tempi normali ricevevano un bel supporto economico dall’asporto e dal delivery.

Abbiamo toccato l’argomento diverse volte su queste pagine, intervistando alcuni pizzaioli e in una diretta assieme ad Alessandro Condurro, Ciro Salvo, Marco Pellone e Salvatore Salvo.

C’è da dire che il comparto del mondo pizza non è stato molto unito sin dall’inizio: ognuno ha avuto le proprie valide ragioni, assolutamente condivisibili. Un tridente mediatico fatto da Alessandro Condurro (L’Antica Pizzeria da Michele), Ciro Salvo (50 Kalò) e Gino Sorbillo (Gino e Toto Sorbillo) ha spinto per la riapertura al delivery, altri ristoratori come Salvatore Salvo (SALVO Francesco & Salvatore) e Salvatore Lioniello (Lioniello pizzeria) sono stati più scettici con motivazioni egualmente condivisibili: è difficile pensare che l’asporto possa rappresentare il “motore trainante” di tutto il settore pizza.
È logico e necessario dover ripensare a metodi, modalità e somministrazione del cibo in loco nei locali, così come è necessario fare i conti che – tolti costi vivi e costi amministrativi – la pizza d’asporto fa poca cassa.

Ammirevole e condivisibile il lavoro fatto dalle associazioni di categoria e dai singoli, che abbiamo supportato con ogni tipo di iniziativa. Supportato, ma non per un “asporto selvaggio” o soluzioni fantasiose: semplicemente, si trattava di mettere in condizioni le realtà che potevano fare asporto, semplicemente di farlo. Come sempre.
Va da se che chi non reputava valido unirsi alla corsa ed alla concorrenza, poteva restare chiuso e beneficiare degli aiuti dello Stato e della Regione Campania: questa è un’altra faccenda ancora perché, come abbiamo ascoltato dai nostri ospiti nelle dirette, gli aiuti si stanno rivelando insufficienti e in altri punti ancora non erogati (come le casse integrazioni).

Pizza fatta in casa

Fatto sta che dal 27 aprile si potrà cominciare a riscaldare i forni e contribuire a riattivare questa macchina economica anche in Campania, pur con tutte le difficoltà del caso.
D’altronde siamo ancora molto lontani dalla conclusione di questo periodo scellerato, ma non bisogna ignorare tutti i passi intermedi che possono dare una spinta.

Personalmente mi sento di fare un plauso ai miei conterranei che hanno contribuito a limitare i focolai in una regione, la Campania, che ha la più alta densità di abitanti in Italia.
Mi sento di dire GRAZIE a tutti i medici e operatori sanitari che stanno lavorando giorno e notte in questo periodo scellerato.
Di dare un abbraccio ai compatrioti lombardi, veneti e tutti quelli che hanno avuto una perdita e ogni giorno sentono costantemente le sirene delle ambulanze.

Per quanto possibile e nelle nostre possibilità, bisogna contribuire ad alimentare il delivery e fare da miccia per la ripresa economica.
Altresì bisogna continuare a rimanere a casa fino a quando sarà necessario, senza fare i fenomeni e anteporre il proprio egoismo al bene di tutti, soprattutto in questo periodo.

Di seguito la parte dell’ordinanza che interessa la ristorazione, nei prossimi giorni continueremo a parlarne con approfondimenti!

Con decorrenza dal 27 aprile 2020 e fino al 3 maggio 2020, ferme restando le misure statali e regionali vigenti e fatta salva ogni ulteriore disposizione in considerazione dell’evoluzione della situazione epidemica, a parziale modifica delle disposizioni di cui all’Ordinanza n.32 del 12 aprile 2020, su tutto il territorio regionale:

1) sono consentite le attivita’ e i servizi di ristorazione – fra cui pub, bar, gastronomie, ristoranti, pizzerie, gelaterie e pasticcerie- esclusivamente, quanto ai bar e alla pasticcerie, dalle ore 7,00 alle ore 14,00, gli altri esclusivamente dalle ore 16,00 alle ore
22,00, per tutti con la sola modalità di prenotazione telefonica ovvero on line e consegna a domicilio e nel rispetto delle norme igienico-sanitarie nelle diverse fasi di produzione, confezionamento, trasporto e consegna dei cibi e salvo l’obbligo di attenersi alle prescrizioni di cui al successivo punto 2;

2) Su tutto il territorio regionale, nel pomeriggio del 25 aprile 2020, nella giornata del 26 aprile 2020 e nella giornata del 1 maggio 2020, e’ fatto obbligo di chiusura festiva delle attività di vendita di cui all’allegato 1 del DPCM 10 aprile 2020, sia nell’ambito degli esercizi commerciali di vicinato, sia nell’ambito della media e grande distribuzione, anche ricompresi nei centri commerciali, fatta eccezione per le farmacie e parafarmacie, le edicole e i distributori di carburante e con la precisazione che i distributori automatici di tabacchi posti all’esterno delle rivendite potranno restare in funzione.

3) Il mancato rispetto delle misure di contenimento e prevenzione del rischio di contagio di cui al presente provvedimento comporta, ai sensi dell’art.4 del decreto legge 25 marzo 2020, n.19, l’applicazione della sanzione amministrativa pecuniaria (pagamento di una somma da euro 400 a euro 3.000) nonchè, per i casi ivi previsti, di quella accessoria (chiusura dell’esercizio o dell’attivita’ da 5 a 30 giorni).

A questo indirizzo l’ordinanza completa, comprensiva del protocollo di sicurezza sanitaria.

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