Pizza Hut, approvata la vendita di oltre mille ristoranti per 800 milioni di dollari

Sei mesi dopo che la pandemia ha spinto sul lastrico la società

News di Garage Pizza Bot — 3 anni fa

Pizza Hut

La pandemia ha messo in ginocchio molte attività e a farne le spese non sono stati soltanto i piccoli commercianti ma anche grandi catene e franchise legate al mondo della ristorazione come la catena di pizzerie americane Pizza Hut.

A più di sei mesi dalla dichiarazione di bancarotta, NPC International Inc. licenziatario del franchise ha ricevuto dal tribunale americano il via libera per la vendita di oltre mille e trecento punti vendita tra Pizza Hut e Wendy’s, per un totale di circa 800 milioni di dollari.

Come riportato da Bloomberg, il giudice americano ha supervisionato l’accordo tra le parti e il passaggio di proprietà al gruppo Flynn Restaurant: oltre 951 locali di Pizza Hut e 400 della catena Wendy’s entreranno a far parte di questo grande franchise. Una cessione che si può definire come piuttosto soddisfacente anche se, sette mesi fa, quando il licenziatario americano NPC aveva dichiarato bancarotta, la società possedeva in gestione più di mille e duecento punti vendita sotto il marchio Pizza Hut e circa quattrocento sotto quello di Wendy’s.

Un crollo mica da ridere se pensiamo, dati alla mano, che nel 2016 la compagnia poteva contare nel mondo su oltre sedici mila punti vendita e su di una distribuzione abbastanza diffusa, in oltre cento Paesi nel mondo. Un marchio indubbiamente di valore e costruito in circa cinquant’anni di lavoro dai fratelli Dan e Frank Carney i quali, come racconta la storia, si fecero prestare seicento dollari dalla madre per aprire una piccola rivendita di pizza nel lontano 1958, in Kansas.

Una storia di successo come quella del competitor Domino’s Pizza che, invece, pare essere riuscito a superare i mesi più difficili e anzi ha continuato a espandersi sempre di più anche nel nostro paese: circa un mese fa infatti, è stata annunciata l’apertura dei primi tre punti vendita a Roma che si vanno ad aggiungere a quelli già presenti a Milano, Torino, Bologna e non solo.

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