Dinner in the Sky è un format internazionale oramai ben conosciuto tra chi è appassionato di cibo, soprattutto per le sue caratteristiche “scenografiche” di ristorante temporaneo sospeso nel vuoto a 50 metri di altezza, all’interno del quale è possibile mangiare piatti solitamente gourmet accompagnati da vino e musica, con una vista suggestiva a fare da sfondo.
Dopo aver girato oltre 70 paesi del mondo è finalmente arrivato il momento per l’Italia, con Napoli a fare da apripista fino al 6 giugno, per poi proseguire a Caserta, Dervio – Lago di Como, Trani, Benevento, Pesaro e Giulianova, l’ultima tappa prevista ad oggi per fine agosto.
Sul sito ufficiale di Dinner in the Sky è possibile prenotare all’interno delle diverse tappe, qui di seguito abbiamo raccolto alcune fasce di prezzo che differiscono in base alla tipologia e allo chef al comando:
Colazione: 45 min – 59€ / 69€ / 79€
Brunch: 50 min – 89€ / 99€
Pranzo: 1h – 139€
Apericena: 50 min – 99€ / 129€
Cena: 1h 15 min – 159€ / 179€ / 219€ / 249€
Afterdinner: 45 min – 79€ / 89€
Sul rapporto qualità in relazione al prezzo tornerò più avanti nel corso di questa recensione, nel frattempo la notizia interessante per i lettori di Garage Pizza è sicuramente la presenza per la prima volta di un pizzaiolo all’interno dell’offerta, ovvero Franco Pepe di Pepe in Grani.
Una scelta-tributo al nostro paese, alla città di Napoli – casa della pizza – e un riconoscimento sempre più importante per il mondo delle pizzerie, spesso in grado di rivaleggiare come servizio, qualità degli ingredienti e carta degli alcolici con tanti ristoranti un tempo definiti di “categoria superiore”.
Sia messo agli atti che sono cresciuto e sono super fan delle pizzerie di quartiere senza troppi fronzoli, dei prezzi accessibili e della convivialità che storicamente regala il disco di pasta (al punto di essermi tatuato la pizza sull’avanbraccio). È altresì indubbio che Franco Pepe sia uno dei maggiori artefici di questo cambiamento nella percezione, col suo locale a Caiazzo, in provincia di Caserta, in grado di offrire un servizio e un’atmosfera di livello, supportati da alcuni eventi in collaborazione con chef stellati (a proposito, leggetevi la nostra biografia su Franco Pepe e la nostra prova di Authentica Stellata.).
Complice un evento stampa a cui siamo stati invitati, abbiamo partecipato alle “prove tecniche” pre-apertura al pubblico, con un pranzo che ha visto al comando proprio il pizzaiolo casertano. La tappa di Napoli si svolge all’interno della Mostra D’Oltremare, precisamente in prossimità della fontana dell’Esedra, in un apposito spazio che ospita l’accoglienza con gli sponsor e la gru che sostiene e permette di sollevare l’intera struttura del ristorante.
Prima di salire abbiamo riposto tutti gli oggetti “a rischio caduta” (ma il cellulare è ok) e siamo stati “ancorati” alle sedie, un po’ come avviene per le giostre che si spingono in altezza. La salita e la discesa sono risultate estremamente tranquille; ovviamente chi soffre di vertigini o di paura del vuoto non può essere dello stesso avviso, io in generale soffro “solo” un po’ di mal di mare, e non ho avvertito nessuna problematica.
All’interno della struttura rettangolare – che ospita poco più di 20 posti, Franco Pepe, il suo staff e l’addetto alla sicurezza nella sezione centrale attaccati ad un gancio mobile – le pizze vengono cotte in un un forno elettrico di dimensioni contenute.
Nel nostro caso abbiamo provato tre tipologie di pizza con spicchio singolo (il bis è stato estorto) accompagnati da una bollicina bianca e una rosé.
Nello specifico la Margherita Sbagliata (mozzarella di bufala campana DOP, passata di pomodoro riccio dopo cottura, riduzione di basilico, olio EVO), la Scarpetta (mozzarella di bufala DOP, fonduta di Graba Padano DOP 12 mesi, composta di pomodoro a crudo, basilico liofilizzato e in uscita scaglie di Grana Padano DOP 24 mesi) e la pizza dolce Crisommola cotta però al forno (confettura di albicocche, crema di ricotta e menta).
La cottura in altura restituisce un impasto un po’ meno consistente rispetto a quello che è possibile trovare in pizzeria, ma il risultato complessivo anche alla luce degli ingredienti non mi è parso molto dissimile da quello prodotto in condizioni “normali” da pizzeria. Il risultato qualitativo complessivo in alta quota può dirsi quindi pienamente superato.
La cena proposta al pubblico con Franco Pepe ha un costo di 249€, una durata di circa 1 ora e 15 minuti e un numero superiore di assaggi. Di seguito il menu nel dettaglio:
Entrée (pizza in teglia)
Viandante (mortadella IGP, ricotta di bufala di campana DOP)
Sciuccaglia (pomodori secchi aromatizzati, origano del Matese, guanciale di suino razza casertana, olio EVO)
Pizze al forno
Margherita Sbagliata (mozzarella di bufala campana DOP, passata di pomodoro riccio dopo cottura, riduzione di basilico, olio EVO)
Scarpetta (mozzarella di bufala DOP, fonduta di Graba Padano DOP 12 mesi, composta di pomodoro a crudo, basilico liofilizzato. In uscita: scaglie di Grana Padano DOP 24 mesi)
La Ritrovata (passata di pomodoro San Marzano DOP, piennolo del Vesuvio, capperi disidratati, polvere di olive nere caiazzane, acciughe di Cetara, olio agliato, basilico fritto)
Dolce
Crisommola (confettura di albicocche, crema di ricotta e menta)
Dolcetti di Nonna Amelia (biscotto alle nocciole con farina “0 Pepe”, vino bianco pallagrello, olio EVO)
Il contesto scenografico, nonostante il tanto verde, sicuramente non è tra i più suggestivi che può offrire la città di Napoli, (lo Stadio Diego Armando Maradona e la fontana dell’Esedra sono “posti del cuore” per chi vi scrive, ma non si trovano di certo in cima alla lista mentre il mare si vede solo alla distanza), al punto da far pensare che la scelta di Dinner in the Sky per Napoli sia stata più indirizzata verso ragioni di comodità logistiche che atta a trovare uno scenario in linea con uno dei punti di forza che vengono proposti sul sito ufficiale del format.
La durata anche è piuttosto breve, l’atmosfera che abbiamo respirato è stata invece molto piacevole, con musica di sottofondo, brindisi tra i commensali, battute sul trovarsi sospesi nel vuoto e chiacchiere con un Franco Pepe visibilmente contento e soddisfatto.
Presi singolarmente e poi messi assieme, quindi, gli elementi di Dinner in Sky non giustificano il prezzo richiesto.
Se si valuta invece l’esperienza complessiva, allora la questione diventa più soggettiva, perché il format Dinner in the Sky è decisamente peculiare nel panorama della ristorazione ed entrano in gioco fattori emozionali impossibili da inquadrare in un giudizio netto e oggettivo.
Di sicuro la presenza di Franco Pepe all’interno dell’offerta può essere definita un punto di orgoglio per il pizzaiolo casertano e un ulteriore passettino in avanti per inserire il mondo pizza in un contesto sempre più variegato che spazia dall’estrema accessibilità delle pizzerie fino all’enorme dignità in relazione alla ristorazione tutta.
Siamo stati invitati all’evento stampa di Dinner in the Sky, organizzata dai promotori del format. Per scoprire come trattiamo il test dei prodotti, il giudizio delle pizzerie e qual è la linea editoriale di Garage Pizza, è possibile consultare il nostro Manifesto completo.