Guida al Cliente Perfetto: gli errori da non fare in Pizzeria

Se si vuole ottenere un servizio perfetto, bisogna esserlo anche come cliente

Rubrica di Antonio Fucito — 3 settimane fa

Il Cliente Perfetto in pizzeria

Il cliente ha sempre ragione: la frase coniata nel 1909 da Harry Gordon Selfridge è vera fino a un certo punto. Perché il cliente talvolta è un rompipalle, pretende cose impossibili, è poco incline al cambiamento nonché al punto di vista altrui. Ancora di più quando è “quello che paga” creandosi aspettative precise prima di varcare la soglia di un ristorante: spesso e volentieri con tale atteggiamento non sarà mai soddisfatto.
In questo articolo, assieme a qualche forzatura, proviamo a smontare un po’ di miti declinandoli in chiave cliente di pizzeria e sottolineando quali comportamenti dovrebbero essere modificati per diventare davvero il cliente perfetto, quello che si merita la massima qualità e attenzione da parte della pizzeria.
Non vi preoccupate, prima o poi arriverà anche il vademecum con gli errori da non fare da parte di queste ultime, ma per una volta partiamo prima dall’altro lato della barricata.

NO SHOW o ritardi eccessivi dopo la prenotazione

Sempre più di frequente le pizzerie offrono la possibilità di prenotare comodamente online, mediante chiamata telefonica o ancora Whatsapp. Lo si fa per ridurre al massimo i tempi di attesa per ciascun cliente, organizzare al meglio i coperti a disposizione, ottimizzare il profitto complessivo.
Non presentarsi dopo una prenotazione o arrivare ben oltre la tolleranza tipica (15 minuti) non solo incasina l’organizzazione della pizzeria, ma risulta anche irrispettoso verso gli altri clienti che, per tale mancanza, si troveranno a dover aspettare ulteriormente e magari rovinarsi la serata.
Avvisate in caso di ritardo o sopraggiunto impedimento e non lamentatevi se il vostro tavolo è stato assegnato 30 minuti dopo. Il rispetto chiama rispetto.

Fare impazzire la pizzeria durante l’ordinazione

Spesso e volentieri le pizzerie offrono un menu limitato per garantire ingredienti freschi oppure per gestire al meglio tutte le ordinazioni, soprattutto quelle in contemporanea. Le variazioni per eventuali reali intolleranze (ad esempio) sono comprensibili, il resto molto meno. Far impazzire letteralmente la cucina con richieste “esotiche” o altro significa inficiare ulteriormente la macchina organizzativa, così come chiedere piatti che se non sono presenti nel menu, evidentemente per un motivo.
Se dovete modificare pesantemente una pizza, meglio ordinarne un’altra, magari sperimentando. Se siete in venti, poi, risulta difficile pretendere le pizze in contemporanea, nemmeno se i forni fossero grandi come un campo da calcio. Ancora peggio arrabbiarsi, infine, se le richieste non possono essere esaudite.

Avere un atteggiamento arrogante o sconfessare l’identità della pizzeria

Avere il broncio, pretendere sempre il sorriso, sottolineare ogni piccolo difetto, “mettersi sopra” come se ne sapessimo di più del pizzaiolo, porta a un “clima tossico” spesso inutile tra cliente e pizzeria, che raramente può tradursi in un’esperienza soddisfacente. L’atteggiamento deve essere sempre collaborativo, perlomeno neutro, per poi trarre le proprie valutazioni a fine serata e decidere se tornare o meno in pizzeria.
Quando possibile (soprattutto se siete rompic…ehm, esigenti) è sempre meglio informarsi sulla pizzeria nella quale si andrà a mangiare: tipologia di menu, fascia di prezzo, atmosfera, presenza o meno di determinati servizi. Nel momento in cui si ha tutto chiaro, è poco profittevole pretendere uno stile di pizza o un’offerta che sconfessano l’identità della pizzeria stessa: spesso e volentieri è la curiosità a premiare, farsi consigliare e provare qualcosa di nuovo, sperimentare e “immergersi” nel mood proposto, per capire se fa al caso proprio oppure è meglio dirigersi altrove.

Aperitivo (Pizzeria Oppla'! Da Gtalia, Nerima City, Tokyo)

Recensire solo in caso di eventi negativi o prenderla sul personale

Quando si vuol parlare male di qualcosa, siamo tutti pronti a sbandierarlo ai quattro venti, fare petizioni, utilizzare qualsiasi sistema di valutazione disponibile per condividere la propria esperienza negativa. Ci può stare, ma l’accanimento o le valutazioni eccessivamente personali dovrebbero essere lasciate fuori, denotano solo uno sbalzo d’umore che tra l’altro non risulta d’aiuto per gli altri clienti che intendono soltanto informarsi sulla pizzeria.
Se vi piace condividere il vostro giudizio (magari anche con dettagli utili, oltre quelli “filosofici”), sarebbe bello farlo anche in maniera positiva, far emergere le eccellenze semplicemente oscurando chi non lavora bene e non merita i vostri soldi né quelli degli altri.

Pretendere sconti o l’abbuono del pasto (powered by Influencer®)

Non prendiamoci in giro, la visibilità e la comunicazione sono diventate sempre più importanti nel mondo della ristorazione, non hanno un valore definito come il costo di una latta di San Marzano, ma rappresentano comunque qualcosa di percepibile e spesso non banale. Se non c’è accordo preventivo, però, si rimane comunque clienti sia se si mangia da soli che con quattro GoPro in testa e centomila follower dall’altro lato dello schermo. Chiedete sempre il conto, pagate di buon grado se viene presentato, non pretendete nulla solo perché dopo ci fate un post o delle Storie. La scelta dello sconto e dell’abbuono deve essere sempre e solo iniziativa del ristoratore – che può farlo per amicizia, in seguito a una chiacchierata piacevole, perché si fa due conti in tasca o per chissà quale altro motivo – oppure, come detto, di un accordo più strutturato e concordato da ambo le parti preventivamente.

Avete altri comportamenti perfettibili da segnalare da parte dei clienti? Fatelo nei commenti, oppure su Instagram o Twitter.


Qui sotto c’è il video-podcast “Lo Scassapizza” dedicato a questo argomento, è possibile seguirlo, oltre che su queste pagine, su Apple Podcast, Spotify, Amazon Music & Audible, Google Podcast, Web Audio e RSS

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