Non è positivo che le Pizzerie accettino solo elogi e nessuna critica

partiamo da Seu Pizza Illuminati, per fare un discorso più generale.

Rubrica di Antonio Fucito — 2 mesi fa

Questo editoriale era in cantiere da tempo ma, come sempre, c’è una goccia che può accelerare il processo, quella caduta in seguito alla recensione di Seu Pizza Illuminati che, purtroppo, ha scatenato una reazione da parte della pizzeria non proprio elegante. Dapprima sotto forma di alcune storie Instagram tese a smentire che una delle pizze fosse cruda – nonostante la conferma del cameriere al momento – poi un post su Facebook che contestava diversi passaggi di una recensione in realtà per diversi tratti positiva e che, soprattutto, rappresenta un parere soggettivo legato all’esperienza specifica. Stessa cosa accaduta in passato quando la pizzeria è stata inserita in selezioni di merito su queste pagine oppure ha ricevuto una recensione che ravvisava zero sbavature.

Archiviamo ad ogni modo l’incapacità di gestire le critiche da parte di Seu Pizza Illuminati per fare un discorso più generale: oggi nel mondo pizza – ma possiamo estendere anche a parte della ristorazione – troviamo tante pizzerie che festeggiano premi, elogi e commenti positivi di ogni genere, sia quelli istituzionali che magari di account social nati da poco che però, in caso di giudizio negativo, “dovrebbero fare altro nella vita”, “sono in cerca di visibilità”, “non hanno la qualifica per farlo”.

L’incoerenza la fa da padrone, quindi, alimentata da una certa tossicità da parte di chi è abituato ad accogliere giornalisti, scrittori, esperti e influencer con tutti gli onori del caso pensando che, ad esempio, basti comportarsi in maniera amichevole oppure offrire il pasto per garantirsi un giudizio positivo o perlomeno una critica bonaria, di quelle che non fanno male a nessuno.

In tal senso mi è sembrato di rivivere le decadi a partire da fine anni 90, quando scrivevo per testate giornalistiche di altri settori quali videogiochi e cinema.
Pensate che quando mi recavo ad esempio negli Stati Uniti, in Brasile o Giappone a vedere un film o videogioco in anteprima – il cosiddetto press tour – il produttore si occupava del viaggio, dell’albergo, pranzi e cene, oltre che di fornire il prodotto per la recensione prima dell’uscita. E se non era di qualità, la valutazione poteva essere anche pesantemente negativa, senza mancare di rispetto ad alcuno o subire particolari pressioni.

Oggi (* da un po’ di anni) nel Mondo Pizza ci si è scoperti vittime di questa “droga del successo a tutti i costi”, ma anche di uffici stampa, distributori, produttori o agenzie di comunicazione che “scavallano” comprando articoli su riviste e spacciandoli come meritocratici, talvolta a insaputa dei pizzaioli, talvolta no.

Si crea quindi questo clima patinato alimentato pure da chi scrive e comunica (publiredazionali non dichiarati, giudizio “moralmente indirizzato”), fino ad alcuni content creator per i quali è “tutto super buono” dietro compenso o agevolazioni, ignorando che in questa maniera si fanno danni e si disilludono le persone che poi vanno a provare il prodotto.

Per questo mi sento una mosca bianca quando selezioniamo quelle che per noi sono le migliori pizzerie di una data città o regione (qui ad esempio Di Pizza Milano) inserendo un difetto o cosa da migliorare per ciascuna, nonostante per noi rappresenti l’eccellenza nel determinato periodo storico.

Ma è anche una grande motivazione per continuare con tale pensiero libero parlando di centinaia di pizzerie l’anno col rispetto, l’onestà intellettuale e alla scoperta di chicche da segnalare, al contempo aggiornando i lettori sulle realtà più blasonate.

Ristorante Pizzeria Agape (Cetraro, Cosenza)

Curare il cliente dal primo all’ultimo, assicurarsi di ridurre al minimo le sbavature naturali per un lavoro così artigianale dovrebbe essere la priorità assoluta da parte di una pizzeria, con la comunicazione e i riconoscimenti a fare da importante contorno che può far crescere la visibilità o premiare chi valorizza un territorio, un prodotto e il modo di fare buona ristorazione.

Allo stesso tempo la critica, che rimane sempre soggettiva e frutto innanzitutto dell’esperienza maturata e onestà intellettuale, deve essere argomentata, fa parte del gioco, è fondamentale per mantenere la credibilità verso i lettori e può essere presa come spunto, talvolta, per migliorarsi e andare avanti, non per arroccarsi sulle proprire posizioni, aizzare conoscenti e screditare l’altra parte, proprio come successo nella situazione spunto di questo editoriale.

Insomma, i clienti da un lato, i lettori dall’altro, dovrebbero essere l’unica cosa che conta.

Nel prossimo articolo sull’argomento, vi parlerò in che maniera parte di scrittori, giornalisti, produttori e agenzie di comunicazione avvelenano i pozzi del Mondo Pizza e delle loro illustri professioni.


Qui sotto c’è il video-podcast “Lo Scassapizza” dedicato a questo argomento, è possibile seguirlo, oltre che su queste pagine, su Apple Podcast, Spotify, Amazon Music & Audible, Google Podcast, Web Audio e RSS

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