Contratti per i rider: raggiunto un primo accordo con Just Eat per 4 mila assunzioni

Ne arriveranno altrettante entro la fine di quest'anno

News di Tommaso Stio — 3 anni fa

Contratti rider just eat

Dopo aver rilanciato, in accordo con alcuni sindacati, il #NoDeliveryDay lo scorso 26 marzo, si è finalmente giunti a un’intesa a carattere nazionale tra i sindacati e i rappresentanti italiani dell’azienda Just Eat, per la regolarizzazione dei primi contratti di lavoro dipendente per circa 4 mila rider.

Un accordo a carattere nazionale che nasce da un’esigenza, quella di regolamentare gradualmente gli oltre sessantamila fattorini sparsi per il territorio nazionale, come ribadito da una sentenza della procura di Milano di recente. La divisione italiana di Just Eat Takeaway e i sindacati sono arrivati a un’intesa per cui, in prima istanza, 4 mila fattorini saranno assunti come lavoratori dipendenti con il contratto nazionale della logistica, trasporto, merci e spedizioni mentre altri quattro mila potranno firmare un contratto entro la fine del 2021. Un accordo a lungo cercato da CGIL, CISL e UIL e che è stato definito come il “frutto di un lungo confronto tra le parti” e forse il segno che qualcosa sta davvero cambiando.

rider sciopero

Anche il Ministro del Lavoro Andrea Orlando ha parlato di “un passo avanti verso l’attuazione di relazioni industriali normali in tutti i settori” che non ha più niente a che vedere, almeno per questi lavoratori, con il vecchio contratto a cottimo e senza tutele quali TFR, assicurazione per gli infortuni, malattia, tredicesima. Insomma un rapporto di lavoro che prescinde dalla generosità dei clienti e che garantisce compensi e orari di lavoro anziché una gestione interamente delegata al funzionamento di un algoritmo.

Si è detto molto soddisfatto anche il Country Manager della compagnia, Daniele Contini, che ha spiegato come questo risultato testimoni “la comune volontà di approcciare in modo costruttivo e sostenibile un settore in crescita a vantaggio di tutti gli attori di questa industry: rider in primis ma anche ristoranti e operatori”. In sostanza, pare davvero che in questo scenario fatto di investimenti milionari e una crescita del business sempre più ripida, ci sia spazio anche per qualche diritto e tutela in più per chi lavora.

Lo sapevate invece che Domino’s Pizza, gruppo leader per la pizza a domicilio negli Stati Uniti, non intende affidarsi a nessuna azienda terza ma preferisce gestire in autonomia le consegne?

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