Uber Eats: oltre cento rider sono parte civile nel processo per caporalato

Continua la vicenda giudiziaria

News di Tommaso Stio — 2 anni fa

rider processo

L’attenzione dell’opinione pubblica continua a essere puntata sulla vicenda rider e aziende di delivery che, ultimamente, si è spostata anche nei tribunali del nostro Paese e non solo. In questo frangente stiamo parlando del processo in corso a Milano e che vede sul banco degli imputati, tra gli altri, anche Gloria Bresciani, manager attualmente sospesa della filiale italiana di Uber Eats che deve rispondere all’accusa di caporalato.

Nel frattempo sono arrivati a oltre cento i lavoratori o rider costituiti parte civile nel procedimento legato al pagamento a cottimo degli stipendi e sulla presunta sottrazione delle mance e non solo. L’inchiesta, condotta dal pubblico ministero Paolo Storari, si inserisce in un contesto già particolarmente delicato viste le ultime sanzioni e i recenti obblighi imposti dai tribunali italiani, come abbiamo raccontato in questo articolo.

Alla seconda udienza del processo che si tiene a Milano si sono dunque aggiunti altri trentacinque lavoratori, arrivando a un totale di circa cento, allo scopo di fare maggiore chiarezza sull’indagine condotta dalla guardia di finanza: l’ipotesi è quella di un pagamento a cottimo che si attestava attorno ai circa tre euro a consegna, con l’aggravante della trattenuta, da parte dell’azienda, delle mance che i clienti credevano invece di pagare direttamente e interamente ai rider.

Tutto questo mentre le imprese volano in borsa e raccolgono sempre più consensi: ma questo modello di business è sostenibile, può funzionare? Abbiamo provato a ragionarci un po’ ma nel frattempo non ci resta che aspettare la fine del processo e capire come potrebbe cambiare il ruolo lavorativo e sociale dei rider. La prossima udienza è fissata per il 25 febbraio 2022.

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