Il 20 agosto si celebra la giornata internazionale della pizza hawaiana. Lo sapevate? Molto probabilmente no. D’altronde perché dovrebbe interessarci una ricorrenza di celebrazione dedicata a quella che secondo molti italiani è un’aberrazione, un insulto stesso alla parola pizza (ma è davvero così? In questo articolo vi spiego perché si tratta più che altro di uno stereotipo con cui ci vedono all’estero).
Ma, come dico sempre, la pizza è un forte veicolo di cultura transnazionale. È infatti probabilmente l’unico piatto che abbia una diffusione di portata globale, e le cui varianti nei vari paesi dicono molto delle abitudini alimentari e di vita di un popolo (di questo ne abbiamo parlato anche con Nathan Myhrvold, autore di Modernist Pizza). E vi stupirebbe forse scoprire che sono varie le giornate nazionali dedicate alla pizza.
La più famosa di tutte è sicuramente il National Pizza Day che si celebra negli Stati Uniti il 9 febbraio: un giorno tutto dedicato al piatto simbolo della cultura di un paese che è costantemente in cima alle classifiche per consumo pro-capite di pizza. Lo so, a molti di quelli che leggeranno queste righe farà scoppiare un nervo craniale leggere che la pizza sia un cibo simbolo della cultura americana. Ma è un fatto che la sua diffusione a livello nazionale fosse molto più capillare di quanto lo fosse sul territorio italiano fino alla seconda metà del secolo scorso. Di quanto la pizza sia impattante nella cultura americana, ne ho parlato in questo articolo.
L’ossessione americana per la pizza si esprime in migliaia di modi, e tra questi proprio la dedica continua di giornate tutte dedicate alle sue varianti. Oltre al celebratissimo National Pizza Day, contiamo a seguire: National Pizza Party Day il terzo venerdì di maggio; National Cheese Pizza Day il 5 settembre; National Pepperoni Pizza Day il 20 settembre; International Beer and Pizza Day il 9 ottobre; National Sausage Pizza Day l’11 settembre. E, il più bizzarro, il 12 novembre, National Pizza With the Works Except Anchovies Day (giorno della pizza con tutto quello che ci puoi mettere sopra, tranne le acciughe). Anche la famosa Deep Dish di Chicago ha la sua giornata il 5 aprile. E c’è persino il National Pi Day il 14 marzo, che con la pizza non ha niente a che fare, ma festeggia il pi greco: eppure gli americani sfruttano l’assonanza della pronuncia pi col termine “pie”, che negli Stati Uniti indica anche la pizza, per festeggiare il loro piatto preferito.
Da notare subito come tutte queste ricorrenze, ufficiali o ufficiose che siano, la dicano lunga sui gusti e le abitudini degli americani. La pizza è il cibo da festa per eccellenza, grazie alle versioni extra large fornite dalle catene. Il formaggio è considerato spesso parte essenziale della pizza (alcuni ritengono che senza non possa definirsi tale). L’aggiunta dei pepperoni è spesso data per scontata (una Margherita semplice è davvero banale). Birra e pizza sono un binomio indissolubile. E vogliamo parlare dell’eterno dibattito acciughe sì, acciughe no? Un esempio esilarante è questa scena di Friends.
La domanda che però viene spontaneo farsi è: da dove nascono queste festività dedicate al cibo? Le risposte possono essere varie. Alle volte vengono lanciate scherzosamente da celebrità, e i loro fan le accolgono immediatamente facendole diventare un’istituzione. Altre sono promosse da giornalisti. Capita addirittura che ricevano un proclama presidenziale, come il National Walnut Day approvato da Eisenhower nel 1958, o il National Ice Cream Day proclamato da Reagan nel 1987. Molto spesso queste giornate sono istituite dalle aziende, per creare engagement o attenzione verso un loro prodotto: un esempio è proprio l’International Hawaiian Pizza Day, lanciato nel 2020 dall’azienda di forni domestici Ooni, per celebrare la data di nascita di Sam Panopoulos, inventore della pizza con l’ananas.
Il più delle volte, però, l’origine della ricorrenza si perde nel passato. A un certo punto la voce si spande e tutti cominciano a festeggiare celebrando con post sui social e relativi hashtag, ma nessuno sa bene perché. Ho provato a indagare sulle origini della ricorrenza più famosa, il National Pie Day del 9 febbraio. Ho contattato i curatori del sito National Day Calendar, probabilmente il più aggiornato per quanto riguarda tutte le bizzarre ricorrenze americane: purtroppo anche loro non sono stati in grado di darmi una risposta. Una ricerca cronologica su Google fornisce come primo risultato certo (e non viziato da aggiornamenti successivi delle pagine) questo post del 2007, in cui si dice che la catena Pizza Hut regala pizze per la Giornata Nazionale della Pizza: peccato che fosse il 1 maggio.
Ma basta parlare di Stati Uniti; non sono infatti gli unici a festeggiare la pizza. In Brasile ricorre infatti il Dia da pizza il 10 luglio. Anche se in realtà non si tratta di una festività nazionale, ma è circoscritta allo stato di San Paolo, la cui capitale – la città di San Paolo, appunto – è conosciuta come una mecca della pizza, con un numero di oltre 6.000 pizzerie, il più alto consumo di pizza al mondo come singola città, e la più grande comunità di italiani all’estero.
E che dire degli italiani stessi? Strano a dirsi, nel nostro paese non abbiamo ancora una festività dedicata alla pizza. Ma ci stiamo provando. L’Associazione Verace Pizza Napoletana ha istituito per ora la Giornata del Pizzaiolo, per festeggiare l’antica ricorrenza di San’Antonio Abate del 17 gennaio, santo protettore dei fornai. Da buona parte della stampa internazionale è stata confusa come Giornata Mondiale della Pizza. Non solo però è per l’appunto dedicata al produttore, e non al prodotto, ma è stata per ora riconosciuta solo dal comune di Napoli: figuriamoci dichiararla addirittura una festività globale. È stato però lo stesso Alfonso Pecorario Scanio, uno dei promotori della petizione UNESCO che ha portato il 7 dicembre al riconoscimento dell’arte del pizzaiolo napoletano come Patrimonio dell’Umanità, ad auspicare per il futuro: “dobbiamo impegnarci a fare sì che il 7 dicembre e il 17 gennaio diventino un vero e proprio World Pizza Day“. Speriamo che arriverà anche da noi il giorno in cui possiamo vantare una ricorrenza sulla pizza tutta nostra. Mi sembra il minimo, in Italia.
Avete letto perché la pizza di New York è la più buona per gli americani?