Anche le patatine fritte hanno la loro ricorrenza, il 13 luglio, infatti la Giornata mondiale delle patatine fritte è nata inizialmente negli Stati Uniti che si è poi diffusa in giro. Il nome originale del piatto divenuto celebre grazie alle numerose catene di fast food mentre il termine French Fries fu scelto dai soldati americani nel corso della Prima Guerra Mondiale quando, al fronte, assaggiarono le patatine preparate dalle truppe belghe che parlavano francese.
La ricetta originale non ha però un’attribuzione certa: c’è chi la lega alla città di Namur, capitale della Vallonia in Belgio, quando nel 1600 un inverno particolarmente rigido gelò il fiume Mosa e i pescatori, non potendo pescare, pensarono di friggere le patate; c’è chi invece la colloca in Francia, attorno al 1798, nel periodo della Rivoluzione Francese. Nella letteratura culinaria invece la prima apparizione in lingua inglese di queste “French Fried Potatoes” risale al 1856, nel testo Cookery for Maids of All Work di E. Warren.
Rimane il fatto che nel corso dei secoli questo semplice e gustoso alimento ha conquistato il palato di tutti divenendo uno degli snack o contorni più apprezzati, specialmente dai più giovani. Le variazioni sul tema sono innumerevoli (basti pensare anche alle patatine fritte in busta che affollano i supermercati e gli aperitivi di tutta Italia, ndr) ma tra quelli che indubbiamente hanno contribuito alla fama di questo piatto c’è anche la catena McDonald’s che, dal 1955 a oggi, ha fatto in modo di costruire un vero e proprio mito attorno alle patatine fritte, lunghe, sottili, uniformi, salate in maniera incisiva e sempre croccanti. In particolare, con il lancio del primo punto vendita in Europa nel 1971, la fama delle sue patatine fritte è stata travolgente e in molti hanno provato a imitarne lo stile e l’estetica per conquistare nuovi clienti.
Il primo punto vendita della celebre catena americana arrivò in Italia soltanto nel 1985 a Bolzano, poi l’anno successivo a Roma, nel celeberrimo locale di Piazza di Spagna. Per ‘contrastare’ questa ondata di novità ed entusiasmo che aveva colpito in pieno le generazioni più giovani, tra la fine degli anni ’80 e l’inizio dei ’90 anche i pizzaioli escogitarono, specialmente a Napoli dove lo street food era di per sé già molto diffuso, dei nuovi modi e delle idee per catturare l’attenzione e il favore dei ragazzi; non in maniera estemporanea ma proprio come voce all’interno del menu.
Con questo obiettivo in testa Antonio Starita, patron della celebre pizzeria tradizionale Starita a Materdei (qui la scheda completa), fu tra i primi ad inserire stabilmente la pizza con le patatine fritte proprio per andare a intercettare il nuovo gusto e la moda che si stava diffondendo in quegli anni nel centro di Napoli e non solo.
Da quel momento la pizza con le patatine fritte, fatta su base bianca e spesso e volentieri accompagnata con prosciutto cotto o würstel è diventata quasi un’icona di pizza giovane, colorata e divertente, protagonista del menu per bambini (sopra in foto potete apprezzare la Pizza Bimbus della Pizzeria Materia a Cellole, Caserta) insieme alla Margherita e alla Marinara Baby ma anche una delle più diffuse e scelte da clienti di ogni età.
Nonostante alcuni detrattori accusino l’eccessiva pesantezza del fritto sulla pizza o l’effetto di morbidezza che le patatine restituiscono quando posizionate assieme alla mozzarella, assorbendone parte dei liquidi, la pizza con la patatine rimane comunque un’idea molto apprezzata e un successo planetario che, come dicevamo, è stato anche ripreso e rivisitato dalle pizzerie di tutto il mondo.
Oltre alle tante pizzerie italiane che la propongono, un esempio che abbiamo provato in prima persona e che ci piace citare è quello della Pizzeria Ciro a Tokyo (qui la scheda) che nel suo menu propone una gustosissima e simpatica Pizza Würstel e Patatine create e fritte in maniera artigianale, per un risultato da vero e proprio food porn!
Insomma, nonostante sia spesso osteggiata da alcuni brontoloni sul web e non solo, la Pizza con le patatine fritte rimane ancora un simbolo di gioia e convivialità, viene ordinata e apprezzata dai più anche se, negli ultimi tempi, è sempre più raro trovarla all’interno dei menu delle pizzerie gourmet le quali stanno invece cercando di fuggire dalla ‘banalità’ del piatto sperimentando delle nuove versioni che giocano con questi e altri ingredienti oppure con differenti consistenze.