Un (Ig) Nobel per la Pizza italiana
Perché il Dott. Gallus ha vinto questo particolare premio per la Medicina?
Rubrica di Francesco Margheriti — 4 anni fa
Il 2019 è stato l’anno della pizza. A livello commerciale, economico, virtuale, la pizza ha preso e preteso sempre più spazio. Tutti ne hanno parlato, dal sito generalista a quelli di settore, dal programma televisivo all’influencer di turno sui social.
Nel 2019, però, c’è stato un “bizzarro” accostamento dei termini “Italia”, “Pizza”, “Tumore”, “Scienza” e “Premio”.
Si, un nostro compatriota, il Dott. Silvano Gallus, Capo Laboratorio del Dipartimento di Ricerca Ambiente e Salute dell’Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri – IRCCS, è stato premiato presso la rinomatissima University of Harvard.
Ogni anno, Harvard Computer Society, con Harvard-Radcliffe Science Fiction Association e Harvard-Radcliffe Society of Physics Students, con il co-patrocinio di Annals of Improbable Research (AIR), si impegna ad attirare l’attenzione del grande pubblico su argomenti scientifici. Particolari, ma pur sempre scientifici, con tanto di pubblicazione su rivista di settore, metodo scientifico, prove e contro prove.
Dieci ricercatori vengono invitati e premiati perché sono autori di ricerche “strane, divertenti, e perfino assurde”, quel tipo di lavori improbabili che “prima fanno ridere e poi danno da pensare”.
Lo scopo dichiarato del riconoscimento è “premiare l’insolito, l’immaginifico, e stimolare l’interesse del pubblico generale alla scienza, alla medicina, e alla tecnologia”(1).
Stiamo parlando degli Ig Nobel (Ignobel). Non un Nobel vero e proprio (che prevede anche un premio in denaro) ma ha un percorso di scelta e studio parallelo rispetto a quello made in Svezia.
Ma cosa ha fatto il Dott. Silvano Gallus per portare la pizza, l’Italia e la Dieta Mediterranea in America, con premiazione annessa?
Ha ricevuto, innanzitutto, il premio per la medicina per aver raccolto prove che “la pizza potrebbe proteggere da malattie e morte, ma solo se prodotta e consumata in Italia“. Le varie ricerche a suo nome, che vanno dal 2003 al 2006, dimostrano come il consumo regolare di pizza sia collegato a un minor rischio di tumori del tratto digestivo e di infarto.
Il primo studio era stato pubblicato nel 2003 sull’ International Journal Cancer, con il titolo “La pizza protegge contro il cancro?”. Ogni anno, poi, un percorso di studio su vari aspetti legati al tipo di cottura, al tipo di ingredienti e alla lavorazione della pizza stessa, collegandoli alla multifattorialità del cancro e inserendo il tutto in un discorso più ampio come la Dieta Mediterranea.
Prima di questi studi, tra il 1992 e il 2002, in Italia sono stati condotti una serie di studi caso-controllo su vari tipi di tumore e patologie cardiovascolari.
Questi studi prevedevano la partecipazione di ingenti numeri di individui. La selezione fu fatta prendendo ad esame soggetti con tumore dell’apparato digerente (3000), altri tumori (5000), infarto del miocardio (500) e 10000 soggetti sani.
A queste persone fu proposto di compilare tutta una serie di questionari dove, in una specifica sezione, erano riportate domande relative alle abitudini dietetiche e nutrizionali con informazioni sul consumo settimanale di oltre ottanta alimenti, compresa la pizza.
Mangiare abitualmente pizza o non mangiarla non presentava alcuna correlazione con lo sviluppo di tumore a laringe, prostata, mammella e ovaio mentre, attenzione, chi consumava regolarmente pizza, anche più di una volta a settimana, presentava una possibilità del 34% in meno di sviluppo di tumore al cavo orale e alla faringe, del 59% in meno dell’esofago, del 26% del colon(2) e del 38% in meno di infarto del miocardio acuto(3).
Ma come mai questi risultati?
Gli stessi autori, in primis, appunto, il Dott. Gallus, ci spiegano che non bisogna speculare su questi risultati.
Non bisogna far passare il concetto, e noi di Garage Pizza non lo abbiamo mai fatto, che mangiare indiscriminatamente la pizza, di qualsiasi tipologia e varietà, sia elisir di lunga vita.
La pizza, soprattutto quella napoletana e quella prodotta in Italia, quindi con alimenti certificati e sicura provenienza e produzione, rientra in quella categoria di alimenti che devono rispondere a determinate caratteristiche organolettiche e devono avere peculiarità nutrizionali ben precise, tali da essere inseriti, anche in base a quante volte quel determinato alimento viene mangiato, nella Piramide Alimentare settimanale della Dieta Mediterranea.
Sulla e nella classica pizza troviamo vari elementi che caratterizzano la Dieta Mediterranea, come i cereali, il pomodoro, la mozzarella, l’olio extravergine di oliva, alimenti che, al di là del gusto, sono caratterizzati dalla presenza di nutrienti e molecole favorevoli alla nostra salute.
Antiossidanti, vitamine, fibre, grassi monoinsaturi, un mix di macro e micronutrienti più unico che raro. Tutti racchiusi in un piatto che caratterizza l’italianità nel mondo.
Il Dott. Gallus, mettendo insieme i risultati dei suoi studi, ha, e mi permetto di scriverlo, racchiuso in un alimento tutte quelle caratteristiche positive e virtù della Dieta Mediterranea, patrimonio Unesco(4).
L’Ig Nobel rimane un premio simpatico ma, come detto all’inizio, ci porta ad approfondire scientificamente quegli aspetti legati alla medicina e alla salute che, purtroppo, vengono spesso messi da parte. Dietro questo premio ci sono anni di ricerca e raccolta dati che, in futuro, tratteremo anche su questi lidi.
- https://www.improbable.com/ig-about/ ↩
- Does Pizza Protect Against Cancer?; Silvano Gallus et al.; International Journal Cancer; 2003 ↩
- Pizza and Risk of Acute Myocardial Infarction; Silvano Gallus et al.; European Journal of Clinical Nutrition; 2004 ↩
- https://ich.unesco.org/en/RL/mediterranean-diet-00884 ↩