L’Associazione Verace Pizza Napoletana apre alla pizza fritta
Un nuovo disciplinare in collaborazione con l'Università Federico II di Napoli
News di Garage Pizza Bot — 3 anni fa
L’Associazione Verace Pizza Napoletana (AVPN), associazione di categoria impegnata nella promozione della pizza e delle sue tradizioni, ha assegnato le prime otto tabelle di certificazione a otto pizzerie storiche per la Pizza Fritta, grazie a una nuova appendice al suo disciplinare scritta in collaborazione con il Dipartimento di Agraria dell’Università Federico II di Napoli.
Come spiegato da Antonio Pace, presidente di AVPN: “dopo anni di impegno nella promozione e nella valorizzazione della Vera Pizza Napoletana era necessario procedere alla tutela di un’altra eccellenza del food partenopeo: la pizza fritta”. È stata quindi aggiunta un’appendice al già noto Disciplinare Internazionale della Vera Pizza Napoletana, questa volta dedicata interamente alla pizza fritta che viene descritta nelle sue due varianti di forma tonda e a calzone, con i suoi ingredienti di base, con la sua tipicità della stesura e della chiusura e ultima ma non per importanza nella tecnica e nelle caratteristiche della frittura.
Durante la seconda edizione del Vera Pizza Day in programma lunedì 17 gennaio 2022 saranno consegnate ufficialmente le prime certificazioni alle friggitorie che hanno fatto e continuano a fare la storia della pizza fritta. La scelta del numero otto, peraltro, non è casuale ma si rifà alla vecchia formula con la quale era venduta la pizza fritta in origine per incentivarne l’acquisto ovvero “oggi a 8”, cioè la mangio oggi e la pago tra otto giorni.
I locali scelti per le prime 8 certificazioni sono, in ordine alfabetico:
- Antica Friggitoria Masardona
- Antica Pizza Fritta da Zia Esterina Sorbillo
- Guglielmo Vuolo
- Isabella De Cham Pizza Fritta
- La Figlia del Presidente
- Pizza Fritta Famiglia Surace da più di 100 anni
- Pizzeria De’ Figliole
- Starita a Materdei
L’AVPN, dopo aver raccomandato il primo forno casalingo ha scelto di inserire questa certificazione anche per intavolare un discorso sul piano scientifico e nutrizionale della frittura, grazie alla collaborazione con la professoressa Paola Vitaglione e il dipartimento di Agraria dell’Università Federico II di Napoli.
Pochi consigli ma da seguire con attenzione: innanzitutto immergere l’alimento in olio extravergine di oliva o in olio di semi e assicurarsi che la temperatura non raggiunga mai il punto di fumo, applicando un ricambio frequente dell’olio.
In tutta onestà, l’argomento c’ha fatto venire anche un po’ di fame: forse è davvero il caso di festeggiare con una bella pizza fritta in pizzeria oppure… perché no, anche fatta in casa con la ricetta di Enzo Coccia.